Un blog per alunni e insegnanti, per condividere idee e materiali, per fare della didattica un'officina di idee.
martedì 23 maggio 2017
sabato 13 maggio 2017
IL VALORE DELLA MEMORIA: GIOVANNI FALCONE
23 maggio 1992: la strage di Capaci. Perdono la vita, per mano della mafia, il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Ogni anno, il 23 maggio, si tiene a Palermo e Capaci una lunga serie di attività, in commemorazione di questo tragico evento che ha segnato per la mafia una grande sconfitta. Chi c'era ricorda il grido della folla a Palermo "adesso ammazzateci tutti", il monito "le loro idee camminano sulle nostra gambe" e la commozione e la rabbia suscitate da questo delitto atroce... ma chi non c'era?
I miei alunni non c'erano. Loro sono nati dopo il 1993 ma hanno il diritto di conoscere quanto è accaduto. Loro hanno il DIRITTO di sapere, ma io, in quanto insegnante, ho il DOVERE di tramandare la memoria e l'esempio di chi come Giovanni Falcone (e Paolo Borsellino), si è sacrificato in nome di un bene collettivo superiore: la LEGALITA'. Senza dimenticare gli uomini della scorta che, pur conoscendo il pericolo costante a cui si sottoponevano, erano profondamente fieri del loro compito.
I nostri ragazzi hanno bisogno di esempi coraggiosi e positivi, hanno bisogno di sapere che gli eroi non esistono solo nel cartoni animati, nei film o nei libri, ma ci sono stati e altri ci sono e ci saranno. Eroi con un solo potere...il coraggio di credere nella giustizia! Soprattutto voglio che sappiano che alcuni uomini (e donne) hanno perso la vita in nome di un IDEALE SUPERIORE.
Spero che, ispirati dalla storia di Giovanni Falcone, trovino il coraggio di non avere paura del più forte, del prepotente di turno, e scelgano di schierarsi dalla parte giusta quando si troveranno di fronte a piccole o grandi ingiustizie quotidiane, anche se questa scelta sicuramente costerà loro fatica.
Alcuni libri aiutano a raggiungere il cuore dei nostri giovani alunni, che saranno gli adulti di domani. Al bestseller Per questo mi chiamo Giovanni (di L. Garlando), si aggiunge anche Il bambino Giovanni Falcone in cui Angelo Di Liberto (ex alunno di Maria Falcone, sorella del magistrato) racconta, attraverso un reale episodio dell'infanzia, il primo incontro tra Giovanni Falcone e la mafia. Diliberto descrive Giovanni come un bambino ubbidiente, ligio al dovere e volitivo. Ama i romanzi di cappa e di spada e legge i libri di Dumas, Hugo, Eugène Sue e Conrad.
Come tutti anche lui compie marachelle e subisce le punizioni della mamma. Il protagonista di questa storia non è un "perfettino", ma un bambino che invita a fare le scelte giuste.
Autore: Concetta Incalza
http://www.corriere.it/cronache/15_maggio_22/vedova-schifani-racconta-ragazzi-cosa-fu-strage-cui-mori-falcone-b0859240-0088-11e5-9620-f7b479d580d7.shtml
Ogni anno, il 23 maggio, si tiene a Palermo e Capaci una lunga serie di attività, in commemorazione di questo tragico evento che ha segnato per la mafia una grande sconfitta. Chi c'era ricorda il grido della folla a Palermo "adesso ammazzateci tutti", il monito "le loro idee camminano sulle nostra gambe" e la commozione e la rabbia suscitate da questo delitto atroce... ma chi non c'era?
I miei alunni non c'erano. Loro sono nati dopo il 1993 ma hanno il diritto di conoscere quanto è accaduto. Loro hanno il DIRITTO di sapere, ma io, in quanto insegnante, ho il DOVERE di tramandare la memoria e l'esempio di chi come Giovanni Falcone (e Paolo Borsellino), si è sacrificato in nome di un bene collettivo superiore: la LEGALITA'. Senza dimenticare gli uomini della scorta che, pur conoscendo il pericolo costante a cui si sottoponevano, erano profondamente fieri del loro compito.
I nostri ragazzi hanno bisogno di esempi coraggiosi e positivi, hanno bisogno di sapere che gli eroi non esistono solo nel cartoni animati, nei film o nei libri, ma ci sono stati e altri ci sono e ci saranno. Eroi con un solo potere...il coraggio di credere nella giustizia! Soprattutto voglio che sappiano che alcuni uomini (e donne) hanno perso la vita in nome di un IDEALE SUPERIORE.
Spero che, ispirati dalla storia di Giovanni Falcone, trovino il coraggio di non avere paura del più forte, del prepotente di turno, e scelgano di schierarsi dalla parte giusta quando si troveranno di fronte a piccole o grandi ingiustizie quotidiane, anche se questa scelta sicuramente costerà loro fatica.
Alcuni libri aiutano a raggiungere il cuore dei nostri giovani alunni, che saranno gli adulti di domani. Al bestseller Per questo mi chiamo Giovanni (di L. Garlando), si aggiunge anche Il bambino Giovanni Falcone in cui Angelo Di Liberto (ex alunno di Maria Falcone, sorella del magistrato) racconta, attraverso un reale episodio dell'infanzia, il primo incontro tra Giovanni Falcone e la mafia. Diliberto descrive Giovanni come un bambino ubbidiente, ligio al dovere e volitivo. Ama i romanzi di cappa e di spada e legge i libri di Dumas, Hugo, Eugène Sue e Conrad.
Come tutti anche lui compie marachelle e subisce le punizioni della mamma. Il protagonista di questa storia non è un "perfettino", ma un bambino che invita a fare le scelte giuste.
Autore: Concetta Incalza
LINK SUGGERITO:
La vedova Schifani racconta ai ragazzi cosa fu la strage in cui morì Falcone: una lettera in cui spiega cosa significò per lei e per l'Italia intera la strage di Capaci.
domenica 7 maggio 2017
MIO FRATELLO RINCORRE I DINOSAURI
ROBERTO SAVIANO PRESENTA GIACOMO MAZZARIOL
Nel 2016 pubblica con Einaudi il suo primo libro, Mio fratello rincorre i dinosauri. Storia mia e di Giovanni che ha un cromosoma in più, dedicato al fratello Giovanni affetto dalla sindrome di down.
Un romanzo di formazione in cui non ha avuto bisogno di inventare nulla. Un libro che stupisce, commuove, diverte e fa riflettere.
Vincitore nel 2016 del Premio Sciacca.
Cliccando sul titolo di questo post vi propongo un breve video in cui Roberto Saviano elogia questo giovane autore invitandolo a parlare di "diversità e bellezza".
LUIGI GARLANDO VINCE IL PREMIO STREGA
NARRATIVA RAGAZZI +11
Luigi Garlando (autore di Per questo mi chiamo Giovanni), con L’estate che conobbi il Che (Rizzoli), è il vincitore per la categoria +11 (rivolta alla fascia dagli 11 ai 15 anni) della seconda edizione del Premio Strega Ragazze e Ragazzi, promosso da Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, Strega Alberti Benevento SpA, BolognaFiere-Bologna Children’s Book Fair, Centro per il libro e la lettura e BPER Banca. La cerimonia di premiazione si è svolta alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna.
Lo scrittore incontrerà i suoi giovani lettori al Salone internazionale del libro di Torino, in Sala Stock del Boockstock Village, giovedì 18 maggio, alle ore 12.30.
IN BREVE ... È l’estate del 2014. I Mondiali di calcio sono appena cominciati, e Cesare sta per festeggiare il suo dodicesimo compleanno nella villa in cui vive con il padre, amministratore delegato di un’azienda di arredamento, la madre, medico chirurgo di fama, e la sorella, che studia economia e fa la fashion blogger. Oltre la collina abita il nonno, a cui il papà non parla più, ma che per Cesare è una colonna. Solida come i mobili che nascono dalle sue mani e che fanno di lui “il più abile poeta del legno apparso sulla terra, dopo San Giuseppe”. Quando il nonno non si presenta alla festa, Cesare ha un brutto presentimento, così inforca la bici e corre a cercarlo a casa. Appena in tempo per vederlo trasportato su un’ambulanza. Sconvolto, Cesare nota, un attimo prima che lo portino via, il tatuaggio che il nonno ha sulla spalla. Chi è l’uomo con la barba? Qualche giorno dopo, scopre che quel volto non appartiene a Gesù, come aveva pensato in un primo momento, ma a un tale Ernesto Che Guevara. Ed è solo l’inizio. Tesa ed emozionante come un finale di partita, la vita straordinaria del Che raccontata da un nonno a suo nipote col passo incalzante della scrittura di Luigi Garlando. Un romanzo che intreccia una storia attuale, dell’Italia nella crisi economica, all’avventura rivoluzionaria del combattente argentino e alla sua caparbia ed eroica ricerca di un mondo più giusto per tutti.
AL DI QUA DEL MURO
AL DI
QUA DEL MURO: BERLINO EST 1989
Questo
libro è interessante perché parla della quotidianità di due adolescenti, Lene e
Anne, nella Berlino est nel 1989. Un evento che sconvolge la vita familiare di
Lene (la fuga di suo padre verso l’ovest) e i racconti di parenti e amici più
grandi su quanto sia diversa la vita a Berlino ovest le porterà ad una presa di
coscienza sulla mancanza di libertà e ad analizzare la propria realtà in modo
critico. Fino al fatidico 9 novembre 1989, quando tutto cambierà e la città
verrà finalmente riunificata.
Silvia
Vannuncini racconta con semplicità e chiarezza le privazioni alle quali erano
sottoposti i cittadini della DDR e il racconto è integrato da schede di
approfondimento storico e sociale, sicuramente utili. L’ultima di queste tratta
della delusione che una parte dei cittadini dell’Est provano oggi che la
Germania è riunita, quasi una nostalgia della DDR e ne spiega le motivazioni.Oltre ad essere un buon testo di narrativa storica da consigliare agli alunni delle classi terze della Scuola secondaria di I grado è per l'insegnante un utile strumento per spiegare, con esempi semplici e concreti la vita nei Paesi del blocco sovietico durante la Guerra Fredda.
Autore: Concetta Incalza
venerdì 5 maggio 2017
ERALDO AFFINATI: ESISTE ANCORA LA SCUOLA DI DON MILANI?
GLI "ULTIMI" SONO I MIEI ALLIEVI PREFERITI
A quasi cinquant’anni dalla sua scomparsa don Lorenzo Milani, prete degli ultimi, non smette di interrogarci. Ma vive ancora la scuola di Barbiana? Eraldo affinati, ha dedicato il suo ultimo libro a Don Lorenzo, l'Uomo del futuro, e ieri in un due incontri pubblici a Schio (VI), uno rivolto ai docenti e l'altro alle famiglie, ha cercato di rispondere a questa domanda. Ecco di seguito una sintesi del suo intervento.
<< Don Lorenzo mi ha colpito e toccato nel fondo perché anch'io vengo da una storia particolare: mio padre figlio illegittimo abbandonato dal padre e mia madre arrestata dai nazisti; genitori che avevano fatto solo la quinta elementare. La mia scelta di essere scrittore e insegnante è profondamente legata alla storia dei miei genitori.
Per me è stato importante lavorare alla CITTÀ DEI RAGAZZI di ROMA, mi ha fatto capire che il sogno di un'altra scuola come la voleva Don Milani è possibile: senza voti, senza classi e senza burocrazia, dove gli insegnanti sono capaci di far brillare gli occhi degli studenti.
Sono andato nei luoghi dove ha vissuto don Lorenzo, ma mi è stato insufficiente. Allora sono andato a cercare le Barbiane di oggi nei luoghi più lontani ...il maestro arabo in Marocco, l'educatore messicano che cerca di recuperare un ragazzo tossicomane e rapinatore, la stele di Ellis Island, Hiroshima... in tutti questi luoghi del mondo ho cercato di ritrovare lo spirito del prete di Barbiana.
Nella scuola di oggi bisogna essere veri e autentici, uscire dalla finzione pedagogica che corrode il sistema scolastico. La scuola deve essere percorso di vita e di conoscenza che si deve costruire insieme con le altre agenzie educative (soprattutto le famiglie) in una coralità educativa: un insegnante da solo è destinato al fallimento.
Don Lorenzo era un intellettuale di dimensione europea che ci spinge a "fare baccano", cioè a metterci in gioco e fare qualcosa a prescindere dal risultato che poi si otterrà.
Noi non dobbiamo vivere per frammenti ma dobbiamo vivere cercando un disegno unitario.
Don Lorenzo è diventato se stesso quando ha visto e conosciuto da vicino la povertà culturale... La stessa cosa provo io quando vedo gli immigrati che non parlano l'italiano: ragazzi feriti, dispersi, disorientati. Loro sono i miei allievi preferiti. Chi non ha le parole e incapace di esprimere se stesso: l'intuizione folgorante di don Lorenzo è stata quella di dare la lingua ad una persona, questo è ciò che anche noi dobbiamo perseguire, perchè l'integrazione passa attraverso la lingua.
Purtroppo la scuola in Italia NON È FIGLIA DI DON LORENZO, la scuola della burocrazia, delle griglie, delle caselle e delle prove Invasi non è erede dell'esperienza di Don Milani.
Davanti all'altro (l'immigrato, il profugo) la reazione oggi è di chiusura e rifiuto oppure di avere un sentimento di vergogna davanti alla sua povertà. Questo tumulto etico è una grande occasione: dobbiamo metterci in gioco, ognuno di noi è chiamato in causa come persona.
Cosa significa integrazione? Non basta dare servizi, bisogna includere, bisogna dare qualità al rapporto umano. Questa è la vera strada da seguire anche per evitare fenomeni di radicalizzazione >>
Autore: Concetta Incalza
http://www.eraldoaffinati.it/
A quasi cinquant’anni dalla sua scomparsa don Lorenzo Milani, prete degli ultimi, non smette di interrogarci. Ma vive ancora la scuola di Barbiana? Eraldo affinati, ha dedicato il suo ultimo libro a Don Lorenzo, l'Uomo del futuro, e ieri in un due incontri pubblici a Schio (VI), uno rivolto ai docenti e l'altro alle famiglie, ha cercato di rispondere a questa domanda. Ecco di seguito una sintesi del suo intervento.
<< Don Lorenzo mi ha colpito e toccato nel fondo perché anch'io vengo da una storia particolare: mio padre figlio illegittimo abbandonato dal padre e mia madre arrestata dai nazisti; genitori che avevano fatto solo la quinta elementare. La mia scelta di essere scrittore e insegnante è profondamente legata alla storia dei miei genitori.
Per me è stato importante lavorare alla CITTÀ DEI RAGAZZI di ROMA, mi ha fatto capire che il sogno di un'altra scuola come la voleva Don Milani è possibile: senza voti, senza classi e senza burocrazia, dove gli insegnanti sono capaci di far brillare gli occhi degli studenti.
Sono andato nei luoghi dove ha vissuto don Lorenzo, ma mi è stato insufficiente. Allora sono andato a cercare le Barbiane di oggi nei luoghi più lontani ...il maestro arabo in Marocco, l'educatore messicano che cerca di recuperare un ragazzo tossicomane e rapinatore, la stele di Ellis Island, Hiroshima... in tutti questi luoghi del mondo ho cercato di ritrovare lo spirito del prete di Barbiana.
Nella scuola di oggi bisogna essere veri e autentici, uscire dalla finzione pedagogica che corrode il sistema scolastico. La scuola deve essere percorso di vita e di conoscenza che si deve costruire insieme con le altre agenzie educative (soprattutto le famiglie) in una coralità educativa: un insegnante da solo è destinato al fallimento.
Don Lorenzo era un intellettuale di dimensione europea che ci spinge a "fare baccano", cioè a metterci in gioco e fare qualcosa a prescindere dal risultato che poi si otterrà.
Noi non dobbiamo vivere per frammenti ma dobbiamo vivere cercando un disegno unitario.
Don Lorenzo è diventato se stesso quando ha visto e conosciuto da vicino la povertà culturale... La stessa cosa provo io quando vedo gli immigrati che non parlano l'italiano: ragazzi feriti, dispersi, disorientati. Loro sono i miei allievi preferiti. Chi non ha le parole e incapace di esprimere se stesso: l'intuizione folgorante di don Lorenzo è stata quella di dare la lingua ad una persona, questo è ciò che anche noi dobbiamo perseguire, perchè l'integrazione passa attraverso la lingua.
Purtroppo la scuola in Italia NON È FIGLIA DI DON LORENZO, la scuola della burocrazia, delle griglie, delle caselle e delle prove Invasi non è erede dell'esperienza di Don Milani.
Davanti all'altro (l'immigrato, il profugo) la reazione oggi è di chiusura e rifiuto oppure di avere un sentimento di vergogna davanti alla sua povertà. Questo tumulto etico è una grande occasione: dobbiamo metterci in gioco, ognuno di noi è chiamato in causa come persona.
Cosa significa integrazione? Non basta dare servizi, bisogna includere, bisogna dare qualità al rapporto umano. Questa è la vera strada da seguire anche per evitare fenomeni di radicalizzazione >>
Autore: Concetta Incalza
http://www.eraldoaffinati.it/
lunedì 1 maggio 2017
IL VOTO SCOLASTICO
Il voto è una spina nel nosto fianco[...] Attira tensioni. Esalta e redarguisce. Lusinga e strapazza. Premia e punisce. Elogia e mortifica. E' il terreno di coltura della competizione, dell'invidia, del rancore, della felicità effimera. Per chi insegna si può trasformare facilmente in un'arma a doppio taglio. Insomma, sotto al voto dovremmo immaginare sempre una scritta: "Maneggiare con cura".
(Elogio del ripetente: la scuola e le sue difficoltà raccontate dalla parte dei più deboli. Lettera a una professoressa di oggi, Eraldo Affinati, p.36)
(Elogio del ripetente: la scuola e le sue difficoltà raccontate dalla parte dei più deboli. Lettera a una professoressa di oggi, Eraldo Affinati, p.36)
LAVORARE CON LE COMPETENZE
COME SVOLGERE UNA RICERCA
Svolgi una
ricerca su …………..
Prima di iniziare a lavorare crea uno schema di lavoro, cioè individua cosa cercare e
quali informazioni vuoi approfondire, scrivendo già i titoli dei paragrafi che inserirai nella tua ricerca.
Comincia a lavorare …
Puoi reperire
le informazioni utilizzando INTERNET o recandoti in BIBLIOTECA.
Se decidi di
utilizzare INTERNET puoi consultare i seguenti siti:
http://biografieonline.it
Usa la funzione
copia/incolla per riportare direttamente sul documento di Word le informazioni
che hai reperito sul sito.
Ricorda!
La tecnica
del copia/incolla presenta alcuni problemi:
1. il testo copiato è freddo, non è cioè passato attraverso il
tuo lavoro di revisione e di confronto con altre fonti, necessario per sentire
personalizzare ciò che hai scritto e quindi poi saperlo riportare/spiegare a
voce durante l’interrogazione;
2. il testo copiato è stato scritto da altri, con parole e termini che magari non conosci e che quindi non
saresti in grado di riportare correttamente in una conversazione o in una
interrogazione;
3. il testo copiato non è formattato, occorre
quindi renderlo omogeneo alle nostre impostazioni di carattere e paragrafo,
eliminando tutto ciò che non è necessario in un documento scritto (come ad
esempio i link).
Dunque la
regola principale per produrre una buona ricerca è di usare le fonti (online o cartacee) solo per raccogliere le
informazioni.
Scrivi il
documento con la tua testa e la tua tastiera. È meglio essere architetti di ciò che si scrive e non semplici
copisti!
Per eseguire
questo compito devi rispettare le seguenti istruzioni:
- Ultilizza
il programma WORD
- Scrivi il
titolo con il carattere VERDANA 16, riportalo in grassetto, centralo e coloralo.
- Dividi il
testo in paragrafi titolati.
- Scrivi i
titoli dei paragrafi in VERDANA 14.
- Scrivi il
corpo del testo con il carattere COMIC 12; il testo deve avere un’interlinea di 1,5.
- All’interno
dei paragrafi dovrai evidenziare almeno 3 parole chiave
(colorandole o sottolineandole).
- Inserisci IMMAGINI corredate da una didascalia. Le
immagini devono essere inserite nella ricerca e non alla fine.
- Crea una
copertina con il TITOLO DELLA RICERCA, un’IMMAGINE e il TUO NOME E COGNOME.
GRIGLIE DI VALUTAZIONE
Competenza:
IMPARARE AD IMPARARE
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1
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2
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3
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4
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COMPETENZE
DIGITALI
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1
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2
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3
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4
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Comunicazione nella lingua madre o
lingua d’istruzione
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1
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2
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3
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4
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