martedì 23 maggio 2017

INTERVISTA A MARY

Sono contenta di pubblicare questo bel lavoro di una mia alunna che ha deciso di approfondire le motivazioni che spingono tante persone a scappare dal proprio Paese per cercare un futuro migliore anche a rischio della vita. Tanto si parla del "problema" dei profughi e degli sbarchi di migliaia di persone sulle nostre coste. Lucia ha intervistato una ragazza che ha affrontato questo pericoloso viaggio...

 

 

Questa è l’intervista che ho fatto in preparazione agli esami.                              

Ho intervistato Mary, una ragazza che è stata aiutata dalla cooperativa Belfiore di Schio (VI) dove lavora mia mamma. In questa cooperativa vivono anche altre ragazze e alcune di esse hanno avuto un bambino da pochi giorni, mentre una mamma ha fatto il viaggio in barcone con suo figlio che ora ha 4 anni.

E' stato molto emozionante intervistarla perchè ha raccontato realtà che pensavo molto lontane da me... buona lettura!

 

 


1.     Come si chiama?  Mary
2.     Quanti anni ha?  23
3.     Da quale paese viene?  Nigeria.
4.     Per quali motivi è emigrata dal suo Paese?  Ero orfana e la mia matrigna mi disse di andare in Libia perché li avrei trovato lavoro.
5.     Perché ha scelto di venire in Italia? Non ho scelto io, mi trovo qui e mi va bene.
6.     Si è spostata dal suo Paese da sola o in compagnia di amici/famigliari?  Sono andata in Libia da un’amica di mia madre credendo di trovare un lavoro, ma quello che dovevo fare era prostituirmi e io non volevo farlo. Per fortuna ho trovato un ragazzo che mi ha aiutata e mi ha convinta a prendere il barcone.
7.     Da quanto tempo si trova in Italia?  Quasi un anno.
8.     Quale attività svolge?Lavoro nella cooperativa Belfiore, faccio dei laboratori in cui imparo a fare qualche mestiere e faccio un corso di italiano.
9.     Dove alloggia? Da sola o con altre persone? E’ stata assistita e aiutata a trovare un alloggio, una sistemazione?  Vivo a Schio con altre ragazze dalla Nigeria. La sistemazione l’ho trovata grazie ai punti di smistamento.
10.  Ha trovato in Italia ciò che si aspettava quando è partita dal suo Paese? Non avevo aspettative perché in Nigeria non avevo amici e familiari, perciò l’unica aspettativa era di trovare un tetto dove vivere, del cibo e degli amici.
11.  Ha rimpianti? Ha nostalgia del suo Paese?  Non ho nè rimpianti nè nostalgia.
12.  Quali sono stati o quali sono i problemi maggiori che ha dovuto o deve affrontare? Non ho trovato problemi.
13.  Che tipo di rapporto ha stabilito con la gente del posto ( quartiere/paese)?  Vado in chiesa a Vicenza e trovo gente del posto e della Nigeria o dall’Africa in generale e perciò inizio a legare.
14.  E’ stata vittima di qualche episodio di intolleranza? Quali, secondo lei, le cause? Quali le sue reazioni? No qui in Italia, ma in Nigeria sì.
15.  Secondo lei, quali potrebbero essere gli interventi dello Stato italiano per migliorare le condizioni di vita degli immigrati?  In Nigeria non avevo soldi e/o cibo, perciò lo Stato italiano mi sta trattando più dignitosamente rispetto alla Nigeria e all’Africa.

IL VIAGGIO IN BARCONE:
Non ero consapevole di che cosa volesse dire prendere il barcone e non sapevo dove ero diretta. Ero spaventata ma fortunatamente sono riuscita ad attraversare il mare e ad arrivare incolume  in Italia grazie anche al fatto  che solitamente i soccorritori danno priorità a donne e bambini! 
Il barcone, generalmente, è diviso in settori quelli più alti sono quelli più vivibili ed è per profughi che hanno già pagato il viaggio o che hanno accordi particolari con chi lo organizza; il peggiore è il settore più basso, dove i profughi sono stipati l'uno all'altro. Molti non riescono a sopravvivere e chi invece resiste si trova a condividere lo spazio con cadaveri e/o persone ammalate. Molti profughi infatti si ammalano di tubercolosi o nel migliore dei casi prendono la scabbia, durante il viaggio può succedere che donne partoriscono ma solo poche riescono a portare in salvo anche i loro piccoli.
Una volta arrivata sono riuscita a ricevere assistenza, poi sono stata presa in carico insieme a molte altre persone dalla prefettura di Vicenza e da lì sono stata trasferita e accolta in una cooperativa di Schio. Ora vivo in un appartamento con altre richiedenti asilo e aspetto l'esito dell'udienza per la richiesta del permesso di soggiorno definitivo. Se l'esito è positivo potrò risiedere in Italia, avrò la possibilità di cercami un lavoro e costruirmi una
nuova vita per un minimo di sei mesi ad un massimo di 5anni (rinnovabili) al contrario dovrò ritornare in Nigeria... dove il futuro è molto incerto!


LUCIA BUSON
ANNI 13

sabato 13 maggio 2017

IL VALORE DELLA MEMORIA: GIOVANNI FALCONE

23 maggio 1992: la strage di Capaci. Perdono la vita, per mano della mafia, il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Ogni anno, il 23 maggio, si tiene a Palermo e Capaci una lunga serie di attività, in commemorazione di questo tragico evento che ha segnato per la mafia una grande sconfitta. Chi c'era ricorda il grido della folla a Palermo "adesso ammazzateci tutti", il monito "le loro idee camminano sulle nostra gambe" e la commozione e la rabbia suscitate da questo delitto atroce... ma chi non c'era?
I miei alunni non c'erano. Loro sono nati dopo il 1993 ma  hanno il diritto di conoscere quanto è accaduto. Loro hanno il DIRITTO di sapere, ma io, in quanto insegnante, ho il DOVERE di tramandare la memoria e l'esempio di chi come Giovanni Falcone (e Paolo Borsellino), si è sacrificato  in nome di un bene collettivo superiore: la LEGALITA'.  Senza dimenticare gli uomini della scorta che, pur conoscendo il pericolo costante a cui si sottoponevano,  erano profondamente fieri del loro compito.
I nostri ragazzi hanno bisogno di esempi coraggiosi e positivi, hanno bisogno di sapere che gli eroi non esistono solo nel cartoni animati, nei film o nei libri, ma ci sono stati e altri ci sono e ci saranno. Eroi con un solo potere...il coraggio di credere nella giustizia! Soprattutto voglio che sappiano che alcuni uomini (e donne) hanno perso la vita in nome di un IDEALE SUPERIORE.
Spero che, ispirati dalla storia di Giovanni Falcone, trovino il coraggio di non avere paura del più forte, del prepotente di turno, e scelgano di schierarsi dalla parte giusta quando si troveranno di fronte a piccole o grandi ingiustizie quotidiane, anche se questa scelta sicuramente costerà loro fatica.
Alcuni libri  aiutano a raggiungere il cuore dei nostri giovani alunni, che saranno gli adulti di domani.   Al bestseller Per questo mi chiamo Giovanni (di L. Garlando), si aggiunge anche Il bambino Giovanni Falcone in cui Angelo Di Liberto (ex alunno di Maria Falcone, sorella del magistrato) racconta, attraverso un reale episodio dell'infanzia, il primo incontro tra Giovanni Falcone e la mafia. Diliberto descrive Giovanni come un bambino ubbidiente, ligio al dovere e volitivo. Ama i romanzi di cappa e di spada e legge i libri di Dumas, Hugo, Eugène Sue e Conrad.
Come tutti anche lui compie marachelle e subisce le punizioni della mamma. Il protagonista di questa storia non è un "perfettino", ma un bambino che invita a fare le scelte giuste.

Autore: Concetta Incalza

LINK SUGGERITO:
 
La vedova Schifani racconta ai ragazzi cosa fu la strage in cui morì Falcone: una lettera in cui spiega cosa significò per lei e per l'Italia intera la strage di Capaci.
 
http://www.corriere.it/cronache/15_maggio_22/vedova-schifani-racconta-ragazzi-cosa-fu-strage-cui-mori-falcone-b0859240-0088-11e5-9620-f7b479d580d7.shtml

domenica 7 maggio 2017

MIO FRATELLO RINCORRE I DINOSAURI

ROBERTO SAVIANO PRESENTA GIACOMO MAZZARIOL
 

 
Giacomo Mazzariol è nato nel 1997 a Castelfranco Veneto, dove vive con la sua famiglia.
Nel 2016 pubblica con Einaudi il suo primo libro, Mio fratello rincorre i dinosauri. Storia mia e di Giovanni che ha un cromosoma in più, dedicato al fratello Giovanni affetto dalla sindrome di down.
Un romanzo di formazione in cui non ha avuto bisogno di inventare nulla. Un libro che stupisce, commuove, diverte e fa riflettere.
Vincitore nel 2016 del Premio Sciacca.
Cliccando sul titolo di questo post vi propongo un breve video in cui Roberto Saviano elogia questo giovane autore invitandolo a parlare di "diversità e bellezza".



LUIGI GARLANDO VINCE IL PREMIO STREGA

NARRATIVA RAGAZZI +11



Luigi Garlando (autore di Per questo mi chiamo Giovanni), con L’estate che conobbi il Che (Rizzoli), è il vincitore per la categoria +11 (rivolta alla fascia dagli 11 ai 15 anni) della seconda edizione del Premio Strega Ragazze e Ragazzi, promosso da Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, Strega Alberti Benevento SpA, BolognaFiere-Bologna Children’s Book Fair, Centro per il libro e la lettura e BPER Banca. La cerimonia di premiazione si è svolta  alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna.
Lo scrittore incontrerà i suoi giovani lettori al Salone internazionale del libro di Torino, in Sala Stock del Boockstock Village,  giovedì 18 maggio, alle ore 12.30.



IN BREVE ... È l’estate del 2014. I Mondiali di calcio sono appena cominciati, e Cesare sta per festeggiare il suo dodicesimo compleanno nella villa in cui vive con il padre, amministratore delegato di un’azienda di arredamento, la madre, medico chirurgo di fama, e la sorella, che studia economia e fa la fashion blogger. Oltre la collina abita il nonno, a cui il papà non parla più, ma che per Cesare è una colonna. Solida come i mobili che nascono dalle sue mani e che fanno di lui “il più abile poeta del legno apparso sulla terra, dopo San Giuseppe”. Quando il nonno non si presenta alla festa, Cesare ha un brutto presentimento, così inforca la bici e corre a cercarlo a casa. Appena in tempo per vederlo trasportato su un’ambulanza. Sconvolto, Cesare nota, un attimo prima che lo portino via, il tatuaggio che il nonno ha sulla spalla. Chi è l’uomo con la barba? Qualche giorno dopo, scopre che quel volto non appartiene a Gesù, come aveva pensato in un primo momento, ma a un tale Ernesto Che Guevara. Ed è solo l’inizio. Tesa ed emozionante come un finale di partita, la vita straordinaria del Che raccontata da un nonno a suo nipote col passo incalzante della scrittura di Luigi Garlando. Un romanzo che intreccia una storia attuale, dell’Italia nella crisi economica, all’avventura rivoluzionaria del combattente argentino e alla sua caparbia ed eroica ricerca di un mondo più giusto per tutti.


AL DI QUA DEL MURO


AL DI QUA DEL MURO: BERLINO EST 1989

Questo libro è interessante perché parla della quotidianità di due adolescenti, Lene e Anne, nella Berlino est nel 1989. Un evento che sconvolge la vita familiare di Lene (la fuga di suo padre verso l’ovest) e i racconti di parenti e amici più grandi su quanto sia diversa la vita a Berlino ovest le porterà ad una presa di coscienza sulla mancanza di libertà e ad analizzare la propria realtà in modo critico. Fino al fatidico 9 novembre 1989, quando tutto cambierà e la città verrà finalmente riunificata.
Silvia Vannuncini racconta con semplicità e chiarezza le privazioni alle quali erano sottoposti i cittadini della DDR e il racconto è integrato da schede di approfondimento storico e sociale, sicuramente utili. L’ultima di queste tratta della delusione che una parte dei cittadini dell’Est provano oggi che la Germania è riunita, quasi una nostalgia della DDR e ne spiega le motivazioni.
Oltre ad essere un buon testo di narrativa storica da consigliare agli alunni delle classi terze della Scuola secondaria di I grado è per l'insegnante un utile strumento per spiegare, con esempi semplici e concreti la vita nei Paesi del blocco sovietico durante la Guerra Fredda.

Autore: Concetta Incalza

venerdì 5 maggio 2017

ERALDO AFFINATI: ESISTE ANCORA LA SCUOLA DI DON MILANI?

GLI "ULTIMI" SONO I MIEI ALLIEVI PREFERITI

A quasi cinquant’anni dalla sua scomparsa don Lorenzo Milani, prete degli ultimi, non smette di interrogarci. Ma vive ancora la scuola di Barbiana? Eraldo affinati, ha dedicato il suo ultimo libro a Don Lorenzo, l'Uomo del futuro, e ieri in un due incontri pubblici a Schio (VI), uno rivolto ai docenti e l'altro alle famiglie, ha cercato di rispondere a questa domanda. Ecco di seguito una sintesi del suo intervento.
<< Don Lorenzo mi ha colpito e toccato nel fondo perché anch'io vengo da una storia particolare: mio padre figlio illegittimo abbandonato dal padre e mia madre arrestata dai nazisti; genitori che avevano fatto solo la quinta elementare. La mia scelta di essere scrittore e insegnante è profondamente legata alla storia dei miei genitori.
Per me è stato importante lavorare alla CITTÀ DEI RAGAZZI di ROMA, mi ha fatto capire che il sogno di un'altra scuola come la voleva Don Milani è possibile: senza voti, senza classi e senza burocrazia, dove gli insegnanti  sono capaci di far brillare gli occhi degli studenti.
Sono andato nei luoghi dove ha vissuto don Lorenzo, ma mi è stato insufficiente. Allora sono andato a cercare le Barbiane di oggi nei luoghi più lontani ...il maestro arabo in Marocco, l'educatore messicano che cerca di recuperare un ragazzo tossicomane e rapinatore, la stele di Ellis Island,  Hiroshima... in tutti questi luoghi del mondo ho cercato di ritrovare lo spirito del prete di Barbiana.
Nella scuola di oggi bisogna essere veri e autentici, uscire dalla finzione pedagogica che corrode il sistema scolastico. La scuola deve essere percorso di vita e di conoscenza che si deve costruire insieme con le altre agenzie educative (soprattutto le famiglie) in una coralità educativa: un insegnante da solo è destinato al fallimento.
Don Lorenzo era un intellettuale di dimensione europea che ci spinge a "fare baccano", cioè a metterci in gioco e fare qualcosa a prescindere dal risultato che poi si otterrà.
Noi non dobbiamo vivere per frammenti ma dobbiamo vivere cercando un disegno unitario.
Don Lorenzo è diventato se stesso quando ha visto e conosciuto da vicino la povertà culturale... La stessa cosa provo io quando vedo gli immigrati che non parlano l'italiano: ragazzi feriti, dispersi, disorientati. Loro sono i miei allievi preferiti. Chi non ha le parole e incapace di esprimere se stesso: l'intuizione folgorante di don Lorenzo è stata quella di dare la lingua ad una persona, questo è ciò che anche noi dobbiamo perseguire, perchè l'integrazione passa attraverso la lingua.
Purtroppo la scuola in Italia NON È FIGLIA DI DON LORENZO, la scuola della burocrazia, delle griglie, delle caselle e delle prove Invasi non è erede dell'esperienza di Don Milani.
Davanti all'altro (l'immigrato, il profugo) la reazione oggi è di chiusura e rifiuto oppure di avere un sentimento di vergogna davanti alla sua povertà. Questo tumulto etico è una grande occasione: dobbiamo metterci in gioco, ognuno di noi è chiamato in causa come persona.
Cosa significa integrazione? Non basta dare servizi, bisogna includere, bisogna dare qualità al rapporto umano. Questa è la vera strada da seguire anche per evitare fenomeni di radicalizzazione >>

Autore: Concetta Incalza

http://www.eraldoaffinati.it/



 

lunedì 1 maggio 2017

IL VOTO SCOLASTICO

Il voto è una spina nel nosto fianco[...] Attira tensioni. Esalta e redarguisce. Lusinga e strapazza. Premia e punisce. Elogia e mortifica. E' il terreno di coltura della competizione, dell'invidia, del rancore, della felicità effimera. Per chi insegna si può trasformare facilmente in un'arma a doppio taglio. Insomma, sotto al voto dovremmo immaginare sempre una scritta: "Maneggiare con cura".

(Elogio del ripetente: la scuola e le sue difficoltà raccontate dalla parte dei più deboli. Lettera a una professoressa di oggi, Eraldo Affinati, p.36)

LAVORARE CON LE COMPETENZE


COME SVOLGERE UNA RICERCA

Svolgi una ricerca su …………..

 Prima di iniziare…
Prima  di iniziare a lavorare crea uno schema di lavoro, cioè individua cosa cercare e quali informazioni vuoi approfondire, scrivendo già i titoli dei paragrafi che inserirai nella tua ricerca.

Comincia a lavorare …
Puoi reperire le informazioni utilizzando INTERNET o recandoti in BIBLIOTECA.
Se decidi di utilizzare INTERNET puoi consultare i seguenti siti:
http://biografieonline.it

Usa la funzione copia/incolla per riportare direttamente sul documento di Word le informazioni che hai reperito sul sito.

Ricorda!
La tecnica del copia/incolla presenta alcuni problemi:

1. il testo copiato è freddo, non è cioè passato attraverso il tuo lavoro di revisione e di confronto con altre fonti, necessario per sentire personalizzare ciò che hai scritto e quindi poi saperlo riportare/spiegare a voce durante l’interrogazione;

2. il testo copiato è stato scritto da altri, con parole e termini che magari non conosci e che quindi non saresti in grado di riportare correttamente in una conversazione o in una interrogazione;

3. il testo copiato non è formattato, occorre quindi renderlo omogeneo alle nostre impostazioni di carattere e paragrafo, eliminando tutto ciò che non è necessario in un documento scritto (come ad esempio i link).

Dunque la regola principale per produrre una buona ricerca è di usare le fonti (online o cartacee) solo per raccogliere le informazioni.

Scrivi il documento con la tua testa e la tua tastiera. È meglio essere architetti di ciò che si scrive e non semplici copisti!

 Scrivi la ricerca…
Per eseguire questo compito devi rispettare le seguenti istruzioni:
- Ultilizza il programma WORD
- Scrivi il titolo con il carattere VERDANA 16, riportalo in grassetto, centralo e coloralo.
- Dividi il testo in paragrafi titolati.
- Scrivi i titoli dei paragrafi in VERDANA 14.
- Scrivi il corpo del testo con il carattere COMIC 12; il testo deve avere un’interlinea di 1,5.
- All’interno dei paragrafi dovrai evidenziare almeno 3 parole chiave
(colorandole o sottolineandole).
- Inserisci IMMAGINI corredate da una didascalia. Le immagini devono essere inserite nella ricerca e non alla fine.
- Crea una copertina con il TITOLO DELLA RICERCA, un’IMMAGINE e il TUO NOME E COGNOME.
 

GRIGLIE DI VALUTAZIONE

Competenza: IMPARARE AD IMPARARE
1
2
3
4
  1. La ricerca è ordinata
 
 
 
 
  1. Testi chiari e ben elaborati
 
 
 
 
  1. Contenuto originale
 
 
 
 
  1. Immagini adeguate al contesto
 
 
 
 

COMPETENZE DIGITALI
1
2
3
4
  1. Sono state rispettate le istruzioni sulla formattazione?
 
 
 
 
  1. Presenza di immagini scaricate da internet (copiate)
 
 
 
 
  1. Presenza di immagini originali (prodotte dall’alunno)
 
 
 
 
  1. Presenza di didascalie esplicative delle immagini
 
 
 
 

Comunicazione nella lingua madre o lingua d’istruzione
1
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  1. Chiarezza espositiva
 
 
 
 
  1. Uso di un lessico specifico
 
 
 
 
  1. Contenuto
 
 
 
 
  1. Presenza di riflessioni personali sull’attività svolta
 
 
 
 
  1. Atteggiamento serio durante l’esposizione (solo orale)