giovedì 16 marzo 2017

IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE


 L'IMPORTANZA DELLA MEMORIA
L'innocenza di due bambini ditrutta dalla follia degli adulti



Bruno è un tranquillo ragazzo di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla loro comoda casa di Berlino in un'area desolata in cui questo ragazzino solitario non trova nulla da fare e nessuno con cui giocare. Decisamente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignora le continue indicazioni della madre, che gli proibisce di esplorare il giardino posteriore e si dirige verso "la fattoria" che ha visto nelle vicinanze.
Lì, incontra Shmuel, un ragazzo della sua età che vive un'esistenza parallela e differente dall'altra parte del filo spinato.
L'incontro di Bruno col ragazzo dal pigiama a righe lo porta dall’innocenza a una consapevolezza maggiore del mondo degli adulti che li circonda, mentre gli incontri con Shmuel si trasformano in un’amicizia dalle conseguenze terribili.



Clicca su questo link per guardare il trailer del film.

Dopo aver studiato il NAZISMO, aver parlato e discusso in classe del GENOCIDIO, del ruolo importante della "MEMORIA" e aver visto questo commovente film, vi chiedo di riflettere sulla LEZIONE DI UMANITA' che questi due bambini danno al mondo degli adulti.

23 commenti:

Anonimo ha detto...

(Anna Battistella 3^C)
Questo film mi ha colpita moltissimo, perché parla di un'amicizia nata tra un bambino appartenente ad una famiglia nazista e un bambino ebreo.Di questo film mi è piaciuto il fatto che Bruno, pur essendo continuamente influenzato dalle ideologie di suo padre, non ha mai smesso di pensare con la propria testa, e nonostante il divieto da parte del papà, Bruno e Shmuell rimangono amici fino alla morte.Il dolore del padre di Bruno per essere stato la causa della morte di suo figlio, mi fa pensare alla frase "non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te". Se tutti la mettessero in pratica, non ci sarebbero più guerre.

Concetta Incalza ha detto...

Molto bene Anna! condivido pienamente il tuo punto di vista.

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Giorgia Martini 3°C ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Adiba kazi ha detto...

(Adiba kazi 3^C).Secondo me è un film che ti fa riflettere molto e ti fa capire cosa fosse veramente accaduto in quel periodo storico.Mi ha colpito la parte in cui Bruno sapendo che gli ebrei sono cattivi ha fatto una relazione di amicizia con Shmuel perchè secondo Bruno non c'era niente di sbagliato a stringere amicizia con una razza differente.In molti tratti del film mi sono sentita veramente male e indolorita guardando la crudeltà degli esseri umani.È un film che consiglo a tutti di guardare perchè merita di esser visto e di esser capito.

Unknown ha detto...

(Elisa Bonollo 3C)
Il film "Il bambino con il pigiama a righe" mi ha fatto riflettere moltissimo su ciò che è stato effettivamente il nazismo in Germania: un vero e proprio orrore. Un enorme sbaglio che non si dovrà mai più ripetere. Del film mi ha colpito il personaggio di Bruno, un bambino di otto anni che, nonostante il divieto imposto dalla madre di avvicinarsi al retro del cortile e nonostante le lezioni tenute in casa dal maestro, è riuscito, grazie alla sua curiosità, a far amicizia con Shmuel, il bambino ebreo che si trovava al di là del filo spinato. La figura di Bruno mi ha fatto capire che nessuno di noi nasce razzista, ma che lo si può diventare seguendo le logiche sbagliate di chi si crede di "razza" superiore solamente perché ha un colore della pelle piuttosto che un altro o, semplicemente, perché crede in un'altra religione. Bruno, infatti, si è staccato totalmente dalle idee che il padre, soldato, aveva degli ebrei ed è riuscito a creare un'amicizia tra bambini simbolo dell'uguaglianza tra gli uomini. Una delle cose che mi ha maggiormente colpito del film è stata che i due amici non erano completamente consapevoli di ciò che stava accadendo intorno a loro: si trovavano e giocavano insieme per divertirsi perché tra di loro si sentivano simili, ignari però che tutto ciò li avrebbe portati alla loro tragica morte nelle cosiddette "docce".

Marta Veronese ha detto...

(Marta Veronese 3^C)
Il film "il bambino con il pigiama a righe" mi ha disgustata perché non vedo capaci le persone di compiere un gesto così orribile e disumano verso i propri simili, o forse, verso i propri vicini con cui avevano condiviso dei bei momenti. Del film mi ha colpita il ragazzino di otto anni di nome Bruno, lui pur essendo bambino ha saputo superare il muro della disuguaglianza e della paura del diverso facendo amicizia con un ragazzo ebreo di nome Smuel. Bruno mi ha fatto capire che non esiste alcun concetto razzista, a meno che non gli si venga inculcato nella testa, mi ha fatto capire che le persone hanno caratteristiche e capacità diverse dalle nostre e perciò sono diversi ma non per questo vanno classificate come "persone inferiori" perché potrà capitare che in futuro avremmo bisogno proprio di quelle persone.

Anonimo ha detto...

(Ait Benali Zahra)
Penso che questo film spieghi molto bene l'atmosfera creatasi in Europa durante la seconda guerra mondiale e durante la persecuzione degli ebrei. Le ambientazioni sono povere e crude e questo le fa sembrare più reali;inoltre ci aiutano ad immedesimarci nei personaggi.
Mi ha colpita l'educazione che il protagonista Bruno e la sorella ricevono dal maestro e dalla loro famiglia che li incita a discriminare gli ebrei e tutte le "razze inferiori". Mi é rimasta impressa anche la disonestà del padre,a capo di un campo di concentramento che per tutto il tempo non ha messo al corrente la moglie degli orrori che compiva,delle camere a gas e dei forni crematori.
Bruno,nonostante la sorella segua le orme del padre e del nonno,con la sua ingenuità riesce a diventare amico di Shmuel,un bambino ebreo,e a pensare con la sua testa e non con quella dei grandi,azione per la quale alla fine pagherà le conseguenze. Questo film é stato interessante e commovente,perció lo consiglio vivamente a tutti perché racconta gli orrori della Shoah e di ció che hanno dovuto passare gli ebrei in un periodo non lontano da noi e,soprattutto, perché una cosa del genere non si ripeta.

Davide Gaspari ha detto...

Il film "il bambino con il pigiama a righe" mi ha fatto riflettere molto perché parla di una amicizia tra un ragazzino ariano e uno ebreo. Mi ha colpito molto il coraggio di Bruno, un ragazzino do otto anni, che, nonostante avesse un padre fortemente nazista, ha saputo oltrepassare queste idee razziste e a stringere amicizia con Smuel, un ragazzino ebreo della sua stessa età. Il film fa capire che il concetto di razza non esiste. Non si potrà e non si dovrà mai dimenticare questo orrore in modo che in futuro non possa più succedere. Sono stati fatti tanti film sul nazismo ma questo mi è piaciuto particolarmente tanto perché racconta di due bambini che si sono voluti bene per come erano, semplicemente due bambini.

Unknown ha detto...

il film “il bambino con il pigiama a righe” mi ha colpito molto il corraggio e animo gentile di bruno. bruno il ragazzo di tedesco ,lui ha fatto una amicizia con ebreo,non crede quello che dice gli adulti ,lui ogni giorno andava la quartiere di ebreo e portava il cibo a suo migliore amico Shmuel,al fine lui voleva aiutare Shmuel per trovare suo padre ,moriva in una stanza di gas.
Seconda me questo film vuole dire ,il concetto di razzista non esiste,noi dobbiamo aver l'amicizia con tutte persone,come ha fatto bruno e shmuel.

Concetta Incalza ha detto...

Commento di NICOL GHIRCA
La guerra molte volte viene sottovalutata non tanto per i crimini commessi, quanto per la brutalità con cui sono stati messi in atto. Sono convinta che le guerre continueranno ad esistere finché sentimenti come il perdono, la giustizia, l'umiltà e la bontà d'animo non prevarranno su tutti gli altri. Sono proprio gli uomini di governo che dovrebbero dare l'esempio di un mondo unito. La pace, a mio parere, non è solo assenza di guerra, ma una condizione generale di tranquillità, soddisfazione e assenza di motivi che scatenino odio. Per arrivare a questo bisognerebbe eliminare il divario tra ricchi e poveri, ridistribuire le risorse, dare voce ai deboli e rispettare i diritti di tutte le persone con valori positivi come la solidarietà. Penso che se ognuno di noi, anche nel suo piccolo, creasse questa forma di benessere sociale, un giorno si potrà vivere senza i conflitti e i genocidi, come quelli avvenuti nella barbarica Seconda guerra mondiale e rappresentati nel film IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE. Bruno ha scelto l'amicizia invece del razzismo contro un bambino che non aveva colpe, passando oltre le idee razziste imposte dalla sua famiglia e dalla mentalità sbagliata diffusa in quel periodo. Ho imparato che nessun essere umano nasce razzista, ma lo può diventare a causa dell'influenza negativa delle persone con cui vive.

Concetta Incalza ha detto...

Commento di ALMA HALILAGIC (3C)
Questo film mi è piaciuto molto, perché fa riflettere. Prima di giudicare una persona infatti bisogna conoscerla, senza fare distinzione di razza, lingua, religione, condizioni sociali e personali. Ciò che ha fatto Bruno, il protagonista del film, è un esempio per tutti, perché nonostante il padre, la sorella e il professore parlassero male degli ebrei, lui ha scelto di conoscere ciò che lo circonda e farsi la propria idea.

Concetta Incalza ha detto...

Commento di SILVIA BOJOGA
Il film mi è piaciuto tanto e mi ha fatto riflettere. Io credo che prima di giudicare una persona bisogna usare la testa e mettersi al suo posto. Non esiste la "razza", siamo tutti esseri umani e siamo tutti uguali; magari pensiamo in modo diverso, ma ognuno ha il diritto di esprimere ciò che pensa e non per questo dobbiamo creare leggi contro chi consideriamo differente da noi. Io penso che se fossimo tutti come Bruno il mondo migliorerebbe e non ci sarebbero tutte queste guerre e il razzismo.

Unknown ha detto...

Bianca Vaiente 3 E^. IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE. Un film meraviglioso, profondo e pieno di significato che mi ha sinceramente colpita. Il rapporto di amicizia che si intreccia tra i due bambini, Shmuel e Bruno, è un bellissimo esempio di come i bambini siano i più capaci di guardare oltre le apparenze e andare contro alle ideologie comuni. L’ innocenza che caratterizza il comportamento dei due bambini durante tutto il film, la naturalezza con cui da piccoli si prendono certe scelte (come quella di Bruno di entrare nel campo per cercare il padre di Shmuel) e la loro grande incoscienza, mi hanno veramente commossa. In alcuni punti ho ammirato il coraggio, soprattutto quello di Bruno, a cui è stato chiesto di andare contro il volere dei genitori per seguire ciò in cui credeva, e soprattutto la capacità da parte di entrambi di perdonarsi. Poi però mi sono resa conto che due bambini così piccoli, non possono neanche immaginare la portata delle conseguenze delle loro azioni e che semplicemente non possono capire fino a dove può spingersi la crudeltà degli uomini. Perché la mente di un bambino, pura e sincera, non può concepire un livello tanto alto di cattiveria, semplicemente non può capire fin dove essa possa spingersi. Tra le figure dei due bambini e quella del padre di Bruno, completamente agli opposti, c’è quella della madre di Bruno, che mi ha molto colpita. Nazista anche lei, appoggia le idee del marito, solo fin’quando non scopre la fine che facevano gli ebrei del campo; allora il suo atteggiamento cambia e arriva ad allontanarsi dal marito, a dimostrazione che le donne sono capaci di avere maggiore umanità rispetto agli uomini. Alla fine del film il padre viene punito, togliendogli una delle cose a lui più care: il figlio Bruno. Il finale del film mi fa venire in mente il proverbio latino “qui gladio ferit, gladio perit”, ovvero “chi di spada ferisce, di spada perisce”.

Unknown ha detto...

(Martina Valmorbida 3^C)
Questo film è stato molto toccante. Nonostante le diversità un bambino ariano e uno ebreo sono riusciti a fare amicizia e nonostante le critiche del padre nazista, Bruno ha voluto conoscerle Shmuell, ragionando con la propria testa. Bruno e Shmuell sono stati ottimi amici e tenendosi per mano sono, purtroppo, andati contro la morte, ma non avendo paura, andando avanti e volendosi bene, accettandosi. Una frase mi ha colpita molto e dice: “Ci sono persone che non finiscono mai di volersi bene, semplicemente perché ciò che le lega è più forte di ciò che le divide" e questo spiega chiaramente che la vera amicizia non muore mai e va oltre le apparenze come Bruno ha accettato Shmuell anche se era in pessime condizioni ed era ebreo. Quello che mi ha colpita di più e mi ha fatto riflettere molto è "l'essere amico di un nemico"; la famiglia di Bruno e quella di Shmuell erano completamente l'opposto, una debole e l'altra forte, ma i bambini hanno sempre avuto il coraggio di guardarsi negli occhi e andare avanti a testa alta.

Anonimo ha detto...

Riccardo Jorizzo 3E. BAMBINO CON IL PIAGIAMA A RIGHEQuesto film tratta, anche se solo in parte, il tema dell'Olocausto, cioè il genocidio della razza ebraica da parte nella nazisti.
Mentre guardavo il film mi sono chiesto come il papà di Bruno (il protagonista) avesse potuto accettare l'incarico di comandare un campo di concentramento. Spero non avesse accettato la promozione di sua spontanea volontà, ma vi fosse stato obbligato altrimenti non sarei riuscito a darmi una risposta, non avrei capito il motivo di quella scelta e tutt'ora non riesco a comprendere come faceva ad avere la coscienza pulita, quando sapeva che a qualche chilometro di distanza dalla sua casa, gli ebrei, persone che non avevano nulla di diverso da lui, venivano sfruttati, uccisi e bruciati. In particolar modo mi ha colpito l'ingenuità di Bruno, un bambino che cercava un amico con cui giocare, con cui parlare scherzare e… riesce a trovarlo, ma aveva un aspetto strano, un nome mai sentito e indossava uno strano pigiama. Ma a Bruno non importava tutto ciò, lui a differenza di suo padre e tutti gli altri adulti, non si faceva problemi, perché lui era un bambino e pensava solo a divertirsi. Invece i nazisti consideravano i bambini come Shmuel, insieme alle loro famiglie, delle persone di razza inferiore che dovevano essere punite solo perché erano ebrei. Sinceramente mi ha meravigliato molto anche la scelta del padre di tener nascosto a Bruno tutto questo, perché anche se il bambino aveva solo otto anni, per me sarebbe riuscito a capire la situazione e con le sue parole, quelle semplici di ogni bambino, avrebbe fatto aprire gli occhi al padre, gli avrebbe spiegato che quello che stava facendo era sbagliato. Ed è stata proprio questa mancanza del padre che ha portato alla morte il figlio, perché Bruno, agendo per amicizia, si è trovato in una situazione molto pericolosa, ma non conoscendo il limite, lo ha oltrepassato. La morte di Bruno sembra sia stata una punizione, per far capire al padre tutto il male che stava commettendo. Sono stato molto scioccato dal finale perché mi ha fatto riflettere sulle relazioni e sui rapporti sinceri che dovrebbero sempre esserci tra genitori e figli.

Anonimo ha detto...

(Sara Fasolo 3°E)
"Il bambino con il pigiama a righe", un libro (e un film) tanto famoso quanto è triste la sua storia. Questo film mi ha suscitato veramente una sensazione di angoscia perché fa pensare che queste cose non sono frutto dell'immaginazione di uno scrittore, sono fatti accaduti davvero, sono gli orrori di un'epoca buia e orribile. Per me è molto importante che vengano girati film del genere perché possono insegnare molto, sia agli adulti sia ai bambini sulla storia e i suoi errori, per fare in modo che questi non si ripetano. Ho apprezzato il fatto che questo film sia stato chiaro ed esplicito, che abbia raccontato proprio quello che succedeva nei campi di concentramento. è un film sicuramente da vedere almeno una volta nella vita e spero che tutti lo guardino perché al suo interno ci sono veramente molti insegnamenti.

Unknown ha detto...

"Il bambino con il pigiama a righe" è un film [e un libro] che viene solitamente proiettato il giorno della memoria perché nonostante la storia principale non sia mai accaduta fa capire benissimo quello che gli ebrei hanno passato in quel periodo. Non condivido per niente, quello che il papà ha fatto, perché è stato, uno dei tanti, che ha contribuito al più grande genocidio della storia e soprattutto all'uccisione del proprio figlio. Penso che questo sia il personaggio che, più di tutti, mi ha suscitato rabbia e disgusto per di più se penso che ha messo la propria famiglia al secondo posto, dopo Hitler. Neanche di fronte alla morte della madre dimostra rispetto, permettendo ai soldati di lasciare sulla tomba la firma del Furher. Bella è invece, l'amicizia tra il ragazzino "ebreo" e quello "ariano" che nasce proprio tra due opposti, bella tanto da perdonare il piccolo tradimento di Bruno, che causa la punizione Shmuel che nonostante tutto riesce a perdonarlo. Personalmente non so se io l'avrei perdonato, ma credo che gli volesse molto bene perché si preoccupava per lui, che avesse sempre qualcosa tra i denti. Diversi sono i sentimenti che ho provato guardandolo questo film, che passano dalla rabbia alla commozione, disgusto e paura, paura che una cosa simile si possa ripetere anche ai giorni nostri. In base ai miei sentimenti e alle reazioni dei miei compagni, mi sento di consigliare questo film a tutti, perché se tutti lo guardassero con gli occhi con cui io e la mia classe lo abbiamo guardato tutto questo non si ripeterebbe.

Unknown ha detto...

(Emma Della Marina 3E)
Questa storia così toccante e orribilmente reale vuole rappresentare, secondo me, che nell'ingenuità dei bambini sta tutto il segreto dell'amore. Due ragazzini come Bruno e Shmuel sanno insegnare che non esiste differenza tra gli esseri umani, ma sentimenti come amicizia, fratellanza e amore sono universali.
Il valore simbolico di questo film è impersonato da Bruno, bambino di otto anni appartenente ad una famiglia ariana fiera di esserlo. Lui è costantemente plagiato da ideologie razziste che plasmerebbero la psiche di qualsiasi ragazzino a cui vengono insegnati solo questo tipo di principi. La sua fortuna è quella di incontrare Shmuel , suo coetaneo ebreo, nel campo di concentramento vicino casa che gli farà capire che essere ebreo non significa essere nemico. Tra questi due giovani si instaurerà un rapporto di amicizia che va ben oltre i limiti imposti dalla società, di appartenenza e religione, ma che è solida grazie proprio a queste diversità che rendono ogni persona unica.
La scena del film che mi ha colpito maggiormente è quando i due bambini impano a conoscersi e diventano amici separati sono da un filo spinato. Secondo me quel filo rappresenta la distanza, l'adesione a mondi apparentemente lontani ma spaventosamente vicini, l'irrazionalità della guerra accompagnata dalle sue atrocità. Ma soprattutto l'ingiustizia che un legame così potente debba essere ostacolato da ideologie razziste che i grandi vertici hanno impresso nella gente provocando odio e disprezzo tra coloro che di diverso non hanno nulla.
Nel racconto il male nazista è rappresentato dal padre di Bruno che, come lo definisce la madre, è un Mostro perché gestisce il campo di concentramento ed è responsabile di quella "puzza" che si sente nell'aria. La sua malvagità, alla fine del film, gli si ritorce contro perché è proprio a causa di questo atroce sistema di sterminio che perderà suo figlio.
Questa storia romanza fatti orribili realmente accaduti e cerca di sensibilizzare le persone al grande tema dell'olocausto per prevenire un possibile e futuro genocidio di queste dimensioni.

Unknown ha detto...

(ALESSIA DAI ZOVI 3^E)
E' una storia davvero stupenda, commovente e che fa riflettere. Bruno, un bambino di soli otto anni è riuscito a capire cos'era giusto fare. Anche quando, dopo essere entrato nel campo e aver visto che non era come descritto dai filmati di propaganda, ha pensato di tornare a casa ma alla fine è rimasto con la persona con cui stava bene e a cui voleva bene, anche se era ebreo, Shmuel.
Questo film mi ha fatto capire quanto hanno sofferto gli ebrei deportati nei campi. Ciò che Hitler ha fatto è orribile, creare la razza perfetta?! Ma siamo matti?! Se fossimo tutti come lui ora il mondo sarebbe un vero inferno.
Per concludere, spero che film come questo vengano mostrati anche in altre scuole a partire dalle elementari, così che anche ai più piccoli venga spiegato ciò che migliaia di bambini come loro e come noi hanno passato, in modo tale che non si ripeta.
Come scrive Primo Levi, "L'Olocausto è una pagina del diario dell'Umanità da cui non dovremmo mai togliere il segnalibro della memoria."

Anonimo ha detto...

(Mattia Nicolini 3^E)
Questo film mi è piaciuto molto, ha avuto sicuramente un finale non scontato e la sua visione si adatta non solo agli adulti, ma anche ai ragazzi e ai bambini. E' molto commovente e aiuta a non dimenticare il segno che l'olocausto ha lasciato all'umanità. Ci fa capire che tutti da piccoli abbiamo dei sogni e che inizialmente siamo tutti uguali, ma a causa dei pregiudizi verso le religioni, il colore della pelle e il disprezzo verso gli altri come in questo caso arriva ad uccidere. Mette in evidenzia anche il male che noi infliggiamo agli altri. Un film che prende spunto da una realtà recente, quella del nazismo, ma poi si distacca dalla storia comune e cerca di arrivare nel cuore delle persone e di questi due bambini che si trovano nel dolore e hanno bisogno l'uno dell'altro, ma costretti ad essere separati da una rete e da un filo spinato. Il finale giunge inaspettato lasciando dentro di noi un grande silenzio e ci lascia nell'angoscia più totale. Il piccolo Bruno che sembrava essere nate nella parte più forte della società alla fine è morto per colpa del padre. Una storia che vuole regalare una conoscenza degli errori passati in modo che non riaccadono in futuro.

Unknown ha detto...

(Chiara Zanconato 3E)
Questo film parla della delicata questione dello sterminio degli ebrei nel periodo nazista.La differenza di questo film in confronto con tante altre storie stà nel fatto che l'argomento viene raccontato con gli occhi di un bambino.Infatti il protagonista è il figlio di un militare tedesco che prestava servizio nei campi di concentramento e proprio per questo motivo il bambino viene a contatto con un suo coetaneo ebreo rinchiuso in un lager.
La cosa che mi è piaciuta di più di questo film è il fatto che dimostra che non bisogna avere pregiudizzi sulle persone, cosa che ai bambini riesce meglio che agli adulti!
Ciò che mi ha stupita e vedere che i famigliari del soldato non sapevano quanto accadeva all'interno dei lager; questo mi fa pensare che anche sui tedeschi non bisogna generalizzare perchè a parer mio, se i cittadini tedeschi fossero stati a conoscenza della realtà dei fatti probabilmente si sarebbero vergognati della loro nazione.

Anonimo ha detto...

(Beatrice Bogotto - Classe 3^E)
Bruno un bambino di soli 8 anni che morì per colpa di suo padre senza lasciare un segno o un ricordo, proprio come facevano gli ebrei. La mente di un adulto non si può cambiare è già strutturata con le sue idee e i propri pregiudizi. Quella di un bambino sì, un bambino si può plagiare perchè ciò che gli viene detto e insegnato lo prenderà come una cosa giusta. Infatti Bruno viene educato all'odio sai dal padre che dal maestro, ma lui rimane fisso nella sua idea, cioè che gli ebrei sono uguali a lui, perchè aveva conosciuto un amico che lui definiva strano ma era un bambino della sua stessa età e a dividerli era solo un filo spinato. Shmuel era l'unico motivo che lo spingeva ad andare avanti e a resistere alle noiose giornate. Bruno, magari essendo troppo piccolo, non si ferma di fronte ai pregiudizi della sua famiglia e va a conoscere un nuovo amico nel campo di concentramento, dove non conoscendo il rischio oltrepassa il filo spinato alla ricerca del padre di Shmuel che era scomparso. Sono rimasta molto scioccata dalla crudeltà con il quale il soldato tedesco aveva ucciso lo "schiavo" ebreo, perchè tutta la famiglia era a tavola e suo padre sembrava facesse finta di niente. Anche la moglie aveva scoperto che suo marito era un mostro perchè uccideva gli ebrei nelle camere a gas. Il padre di Bruno venne ripagato con la sua stessa moneta perchè fece morire moltissimi bambini e uomini ebrei, fra i quali trovò la morte anche suo figlio.