Il link propone un adattamento del mito di Aretusa (ambientato tra il Peloponneso e Siracusa) e un questionario di comprensione del testo da compilare dopo aver ascoltato la lettura il mito.
Un blog per alunni e insegnanti, per condividere idee e materiali, per fare della didattica un'officina di idee.
martedì 5 dicembre 2017
MITO DI ARETUSA
Il link propone un adattamento del mito di Aretusa (ambientato tra il Peloponneso e Siracusa) e un questionario di comprensione del testo da compilare dopo aver ascoltato la lettura il mito.
domenica 3 dicembre 2017
VALUTIAMO LE COMPETENZE
Ecco un'UNITA' DI APPRENDIMENTO per la valutazione delle COMPETENZE inerente i cambiamenti alimentari in Europa conseguenti alla scoperta dell'America.
SCHEDA DI AUTOVALUTAZIONE INDIVIDUALE
Autore: Concetta Incalza
mercoledì 15 novembre 2017
PRODUZIONE SCRITTA
INVENTA UNA FAVOLA
TRA I DUE LITIGANTI IL TERZO GODE
Autore: Concetta Incalza
Si propone un esercizio di produzione scritta per la classe prima della Scuola secondaria di primo grado.
TRA I DUE LITIGANTI IL TERZO GODE
Autore: Concetta Incalza
sabato 11 novembre 2017
EDUCHIAMO I FIGLI AL FALLIMENTO
IL TALENTO SPRECATO
Roberto Saviano parla del talento sprecato dei ragazzi delle baby gang di camorra e il ruolo delle madri. Bisogna educare i nostri figli all'ipotesi del fallimento. Basta con l'ossessione dell'essere vincenti... dell'avere i soldi! Fallire è libertà, è un percorso che non ha funzionato...ma che comunque fa crescere come persona.
Ecco un brano dell'intervista di Roberto Saviano a "Che tempo che fa".
IL PASSAGGIO DELL'ORSO
IL PASSAGGIO DELL'ORSO (Giuseppe Festa)
Un romanzo avvincente ambientato nella natura del Parco Nazionale d'Abruzzo-Lazio-Molise.
Scritto con un linguaggio piacevole, adatto per ragazzi ma coinvolgente anche per gli adulti.
Narra l'avventura di due giovani volontari del Parco Nazionale, Kevin e Viola. Insieme a loro c'è Sandro il guardiaparco da cui apprendono moltissimo sulla vita degli orsi, anch'essi protagonisti del racconto.
In particolare i ragazzi saranno coinvolti nella vita e nelle peripezie di un giovane orso rimasto orfano e conosceranno il fenomeno del bracconaggio.
"Questo libro è per tutti coloro che hanno lottato e lottano ancora, con passione e coraggio, per proteggere uno scrigno di incredibile bellezza. Ma soprattutto questo libro è per gli orsi marsicani, che con incrollabile pazienza e spirito di sopportazione hanno resistito per secoli alla nostra invadenza" (Giuseppe Festa)
Di seguito il video dei luoghi che hanno ispirato lo scrittore Giuseppe Festa.
Di seguito alcune foto riferite all'incontro con l'autore avvenuto il 26 aprile 2018 c/o la Scuola secondaria di I grado "A. Fusinato" di Schio (VI)
WONDER
WONDER ...
... è la storia di Auggie, nato con una tremenda deformazione facciale, che, dopo anni passati protetto dalla sua famiglia per la prima volta affronta il mondo della scuola. Come sarà accettato dai compagni? Dagli insegnanti? Chi si siederà di fianco a lui nella mensa? Chi lo guarderà dritto negli occhi? E chi lo scruterà di nascosto facendo battute? Chi farà di tutto per non essere seduto vicino a lui? Chi sarà suo amico? Un protagonista sfortunato ma tenace, una famiglia meravigliosa, degli amici veri aiuteranno Augustus durante l'anno scolastico che finirà in modo trionfante per lui.
Il bellissimo racconto di un bambino che trova il suo ruolo nel mondo.
A dicembre esce il film tratto dal libro. Da non perdere!
mercoledì 8 novembre 2017
LAVORIAMO SULLE COMPETENZE
COMUNICAZIONE IN MADRELINGUA O LINGUA D'ISTRUZIONE
Il link propone un esercizio significativo incentrato sulla produzione scritta e in particolare l'uso del discorso diretto. L'esercizio è stato progettato per una classe prima della Secondaria di primo grado.
LA FAVOLA
Autore: Concetta Incalza
Il link propone un esercizio significativo incentrato sulla produzione scritta e in particolare l'uso del discorso diretto. L'esercizio è stato progettato per una classe prima della Secondaria di primo grado.
LA FAVOLA
Il link successivo propone le griglie per la valutazione delle due competenze coinvolte: competenze sociali e civiche e comunicazione in lingua madre.
GRIGLIE DI VALUTAZIONE DEL COMPITO SULLA FAVOLAAutore: Concetta Incalza
sabato 4 novembre 2017
COMPITO SIGNIFICATIVO DI GEOGRAFIA
COMPITO SIGNIFICATIVO PER SVILUPPARE LE COMPETENZE IN GEOGRAFIA
Il compito è adatto a tutte le classi della Scuola secondaria di primo grado e utilizza un mediatore analogico (mettersi nei panni di..., agire "come se...").Si richiede di far finta di essere un tour operator e di elaborare un percorso di viaggio attraverso uno Stato europeo (ma potrebbe essere una regione d'Italia, una Nazione extraeuropea...).
Il percorso da creare dee essere tematico: paesaggio e ambiente, storico - culturale o relativo alla gastronomia.
COMPITO SIGNIFICATIVO DI GEOGRAFIA
Autore: Concetta Incalza
domenica 29 ottobre 2017
LAVORIAMO SU LESSICO E INFERENZE
Ecco un "cloze" che implica e alterna due tipologie di "buchi":
- sostituzioni per INFERENZA ESTERNA: tematica ed enciclopedica (che implica conoscenze del lettore, esterne al testo)
- sostituzioni per INFERENZA INTERNA: linguistica e concettuale (derivate da dati interni al testo)
ACQUA
Autore: Concetta Incalza
Ecco un "cloze" che implica e alterna due tipologie di "buchi":
- sostituzioni per INFERENZA ESTERNA: tematica ed enciclopedica (che implica conoscenze del lettore, esterne al testo)
- sostituzioni per INFERENZA INTERNA: linguistica e concettuale (derivate da dati interni al testo)
ACQUA
Autore: Concetta Incalza
sabato 21 ottobre 2017
LAVORIAMO SULLE INFERENZE: LA FAVOLA
I FILI CHE COLLEGANO LE PAROLE
In ogni testo ci sono “fili” nascosti che collegano una parola all’altra e ci aiutano a capire il testo.Viene di seguito proposta una scheda di lavoro sulle inferenze elaborata per una classe prima di Scuola sec. di primo grado.
Autore: Concetta Incalza
venerdì 20 ottobre 2017
IL LUPO E L'AGNELLO
LA FAVOLA: materiale didattico
IL LUPO E L'AGNELLO
Scheda di verifica sulla FAVOLA semplificata per alunni BES, DSA o L2.
Autrice: Concetta Incalza
IL LUPO E L'AGNELLO
Scheda di verifica sulla FAVOLA semplificata per alunni BES, DSA o L2.
Autrice: Concetta Incalza
giovedì 24 agosto 2017
L'ESTATE CHE CONOBBI IL CHE
Luigi Garlando ha scelto per il suo libro un personaggio diventato
icona, un simbolo per coloro che sono nati dopo gli anni Sessanta. Gli
adolescenti di oggi vedono il viso del Che sventolare sulle bandiere o stampato sulle
magliette, ma non lo conoscono. Teniamo anche conto che non sempre i programmi
scolastici arrivano a toccare la rivoluzione cubana. A rimediare a questo vuoto
ci ha pensato Garlando che ricostruisce nel suo “L’estate che conobbi il Che” la storia di questo eroe rivoluzionario
calandola nell’attualità, attraverso il racconto di un nonno che vuole educare
il proprio nipote a essere vicino ai più poveri, agli oppressi. Perché l’oppressione
può avere diverse facce, quella delle persone soggiogate dalla tirannide e
dalla dittatura, dalla povertà, dalla crisi economica, dalla perdita del posto
di lavoro…
Cesare, il piccolo protagonista
del libro, conoscerà la storia di questa figura “con la barba, i capelli lunghi
e la stella a cinque punte” che pare somigliare a Gesù Cristo e imparerà che “un
vero uomo deve sentire sulla propria guancia il dolore degli schiaffi che
prende un altro uomo” più debole. Una lezione di vita sicuramente attuale
calata anche dall’autore nella realtà della perdurante crisi economica e delle
conseguenze nefaste della globalizzazione e della delocalizzazione… “perché perdere
il lavoro è brutto come perdere la salute […] Ti senti una cosa inutile, un
mobile rotto buttato in soffitta. Devi chiedere dei sacrifici alla tua famiglia
quando invece vorresti regalarle il meglio che c’è al mondo” (cit. )
Garlando non si smentisce, il suo è un romanzo coinvolgente, appassionante e scorrevole, animato (come gli altri libri dell'autore) da
temi come il rispetto, la giustizia, la legalità, la passione civile, l’impegno
e l’uguaglianza. Un libro che farà riflettere
e crescere i nostri figli, così come Cesare cresce grazie al rapporto
con il nonno.
Autore: Concetta Incalza
Autore: Concetta Incalza
venerdì 11 agosto 2017
BAMBINI DI CRISTALLO
Credete ai fantasmi? Che rispondiate sì oppure no, questo libro della svedese Kristina
Ohlsson fa
per voi! 169 pagine da leggere in un baleno... perché la storia della nuova
casa in cui Billie, la giovane protagonista, si è da poco trasferita con sua
madre è davvero intrigante. Mobili vecchissimi, oggetti troppo personali
lasciati dai precedenti inquilini (tanto da sembrare una vera fuga!) riempiono
questa vecchia dimora tra le cui mura si scoprirà sono accaduti eventi tragici
e strani incidenti. In città tutti ne conoscono i segreti, ma nessuno è
propenso a parlare con Billie e con i suoi amici, Alladin e Simona. Ma questi
segreti porteranno a confermare che la casa è infestata dai fantasmi oppure no?
I tre ragazzi si troveranno ad indagare e a fare i conti con questo inquietante
dilemma.
Un intrigante romanzo per ragazzi (+10 anni) che parla di amicizia, mistero e avventura, che però può piacere anche ai grandi.
Un intrigante romanzo per ragazzi (+10 anni) che parla di amicizia, mistero e avventura, che però può piacere anche ai grandi.
Concetta Incalza
lunedì 7 agosto 2017
AMMARE. Vieni con me a Lampedusa (A. Pellai - B. Tamborini)
Il protagonista di questo romanzo è Mattia, adolescente appassionato di tecnologia, poco propenso all'attività fisica, una marea di ricci ribelli sulla testa, timido e riservato, antiquato nell'abbigliamento, cammina a testa bassa. Mattia vorrebbe uscire dall'anonimato e sentirsi vivo. Ma come? Vuole provare a fare qualcosa che lasci il segno... qualcosa di utile, importante non per se stesso ma per gli altri.
Un giorno la prof di Italiano assegna una ricerca su un fatto di cronaca, un barcone di migranti affondato nel canale di Sicilia nell'aprile del 2015. Ecco! Mattia è talmente colpito dalle informazioni che trova durante la sua ricerca che decide di immedesimarsi e calarsi nei panni di tanti migranti che scappano da Paesi lontani tentando di raggiungere l'Italia e l'Europa con imbarcazioni fatiscenti a rischio della loro vita... Lui vuole capire! <<Immedesimarsi nella vita degli altri significa anche cercare di capire le loro ragioni, per quanto diverse e distanti dalle nostre>>. Mattia inizia allora un semi-sciopero della fame e apre un blog dal titolo "Vieni con me a Lampedusa". L'esperienza, forte e totalizzante, di questo ragazzo durerà in tutto 18 giorni fatti di scoperte sull'argomento, confronti con i suoi followers (che arriveranno a quoto 21.000), crisi profonde (sarà proprio un migrante a rubargli il motorino) e convinzione finale che i migranti sono persone coraggiose.
Alla fine di questo interessante libro pongo a me stessa la domanda che molti alunni rivolgono a noi insegnanti quando proponiamo loro esempi di uomini, donne e ragazzi/e (es. Malala) che si ribellano alle ingiustizie o fuggono dai conflitti, dalla dittatura, dalla povertà per cercare altrove una vita migliore per se stessi e per i propri figli: "Io al loro posto avrei lo stesso coraggio?". Non lo so... per questo li rispetto!
Un giorno la prof di Italiano assegna una ricerca su un fatto di cronaca, un barcone di migranti affondato nel canale di Sicilia nell'aprile del 2015. Ecco! Mattia è talmente colpito dalle informazioni che trova durante la sua ricerca che decide di immedesimarsi e calarsi nei panni di tanti migranti che scappano da Paesi lontani tentando di raggiungere l'Italia e l'Europa con imbarcazioni fatiscenti a rischio della loro vita... Lui vuole capire! <<Immedesimarsi nella vita degli altri significa anche cercare di capire le loro ragioni, per quanto diverse e distanti dalle nostre>>. Mattia inizia allora un semi-sciopero della fame e apre un blog dal titolo "Vieni con me a Lampedusa". L'esperienza, forte e totalizzante, di questo ragazzo durerà in tutto 18 giorni fatti di scoperte sull'argomento, confronti con i suoi followers (che arriveranno a quoto 21.000), crisi profonde (sarà proprio un migrante a rubargli il motorino) e convinzione finale che i migranti sono persone coraggiose.
Alla fine di questo interessante libro pongo a me stessa la domanda che molti alunni rivolgono a noi insegnanti quando proponiamo loro esempi di uomini, donne e ragazzi/e (es. Malala) che si ribellano alle ingiustizie o fuggono dai conflitti, dalla dittatura, dalla povertà per cercare altrove una vita migliore per se stessi e per i propri figli: "Io al loro posto avrei lo stesso coraggio?". Non lo so... per questo li rispetto!
Concetta Incalza
martedì 23 maggio 2017
INTERVISTA A MARY
Sono contenta di pubblicare questo bel lavoro di una mia alunna che ha deciso di approfondire le motivazioni che spingono tante persone a scappare dal proprio Paese per cercare un futuro migliore anche a rischio della vita. Tanto si parla del "problema" dei profughi e degli sbarchi di migliaia di persone sulle nostre coste. Lucia ha intervistato una ragazza che ha affrontato questo pericoloso viaggio...
Questa è l’intervista che ho fatto in preparazione agli esami.
Ho intervistato Mary, una ragazza che è stata aiutata dalla cooperativa Belfiore di Schio (VI) dove lavora mia mamma. In questa cooperativa vivono anche altre ragazze e alcune di esse hanno avuto un bambino da pochi giorni, mentre una mamma ha fatto il viaggio in barcone con suo figlio che ora ha 4 anni.
E' stato molto emozionante intervistarla perchè ha raccontato realtà che pensavo molto lontane da me... buona lettura!
1. Come si chiama? Mary
2. Quanti anni ha? 23
3. Da quale paese viene? Nigeria.
4. Per quali motivi è
emigrata dal suo Paese? Ero orfana e la mia matrigna mi disse di andare in Libia perché li avrei
trovato lavoro.
5. Perché ha scelto di
venire in Italia? Non
ho scelto io, mi trovo qui e mi va bene.
6. Si è spostata dal suo
Paese da sola o in compagnia di amici/famigliari? Sono andata in Libia da un’amica di
mia madre credendo di trovare un lavoro, ma quello che dovevo fare era
prostituirmi e io non volevo farlo. Per fortuna ho trovato un ragazzo che mi ha
aiutata e mi ha convinta a prendere il barcone.
7. Da quanto tempo si
trova in Italia? Quasi un anno.
8. Quale attività svolge?Lavoro nella cooperativa Belfiore,
faccio dei laboratori in cui imparo a fare qualche mestiere e faccio un corso
di italiano.
9. Dove alloggia? Da sola
o con altre persone? E’ stata assistita e aiutata a trovare un alloggio, una
sistemazione? Vivo a
Schio con altre ragazze dalla Nigeria. La sistemazione l’ho trovata grazie ai
punti di smistamento.
10. Ha trovato in Italia
ciò che si aspettava quando è partita dal suo Paese? Non avevo aspettative perché in
Nigeria non avevo amici e familiari, perciò l’unica aspettativa era di trovare
un tetto dove vivere, del cibo e degli amici.
11. Ha rimpianti? Ha
nostalgia del suo Paese? Non ho nè rimpianti nè
nostalgia.
12. Quali sono stati o
quali sono i problemi maggiori che ha dovuto o deve affrontare? Non ho trovato problemi.
13. Che tipo di rapporto ha
stabilito con la gente del posto ( quartiere/paese)?
Vado in chiesa a Vicenza e trovo gente del posto e della Nigeria o
dall’Africa in generale e perciò inizio a legare.
14. E’ stata vittima di
qualche episodio di intolleranza? Quali, secondo lei, le cause? Quali le sue
reazioni? No qui in
Italia, ma in Nigeria sì.
15. Secondo lei, quali
potrebbero essere gli interventi dello Stato italiano per migliorare le
condizioni di vita degli immigrati? In Nigeria non avevo soldi e/o cibo, perciò lo Stato italiano
mi sta trattando più dignitosamente rispetto alla Nigeria e all’Africa.
IL VIAGGIO IN BARCONE:
Non ero consapevole di che cosa
volesse dire prendere il barcone e non sapevo dove ero diretta. Ero spaventata
ma fortunatamente sono riuscita ad attraversare il mare e ad arrivare
incolume in Italia grazie anche al fatto che solitamente i soccorritori danno priorità
a donne e bambini!
Il barcone, generalmente, è
diviso in settori quelli più alti sono quelli più vivibili ed è per profughi
che hanno già pagato il viaggio o che hanno accordi particolari con chi lo
organizza; il peggiore è il settore più basso, dove i profughi sono stipati
l'uno all'altro. Molti non riescono a sopravvivere e chi invece resiste si
trova a condividere lo spazio con cadaveri e/o persone ammalate. Molti profughi
infatti si ammalano di tubercolosi o nel migliore dei casi prendono la scabbia,
durante il viaggio può succedere che donne partoriscono ma solo poche riescono
a portare in salvo anche i loro piccoli.
Una volta arrivata sono riuscita
a ricevere assistenza, poi sono stata presa in carico insieme a molte altre
persone dalla prefettura di Vicenza e da lì sono stata trasferita e accolta in
una cooperativa di Schio. Ora vivo in un appartamento con altre richiedenti
asilo e aspetto l'esito dell'udienza per la richiesta del permesso di soggiorno
definitivo. Se l'esito è positivo potrò risiedere in Italia, avrò la
possibilità di cercami un lavoro e costruirmi una
nuova vita per un minimo di sei
mesi ad un massimo di 5anni (rinnovabili) al contrario dovrò ritornare in
Nigeria... dove il futuro è molto incerto!
LUCIA BUSON
ANNI 13
sabato 13 maggio 2017
IL VALORE DELLA MEMORIA: GIOVANNI FALCONE
23 maggio 1992: la strage di Capaci. Perdono la vita, per mano della mafia, il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Ogni anno, il 23 maggio, si tiene a Palermo e Capaci una lunga serie di attività, in commemorazione di questo tragico evento che ha segnato per la mafia una grande sconfitta. Chi c'era ricorda il grido della folla a Palermo "adesso ammazzateci tutti", il monito "le loro idee camminano sulle nostra gambe" e la commozione e la rabbia suscitate da questo delitto atroce... ma chi non c'era?
I miei alunni non c'erano. Loro sono nati dopo il 1993 ma hanno il diritto di conoscere quanto è accaduto. Loro hanno il DIRITTO di sapere, ma io, in quanto insegnante, ho il DOVERE di tramandare la memoria e l'esempio di chi come Giovanni Falcone (e Paolo Borsellino), si è sacrificato in nome di un bene collettivo superiore: la LEGALITA'. Senza dimenticare gli uomini della scorta che, pur conoscendo il pericolo costante a cui si sottoponevano, erano profondamente fieri del loro compito.
I nostri ragazzi hanno bisogno di esempi coraggiosi e positivi, hanno bisogno di sapere che gli eroi non esistono solo nel cartoni animati, nei film o nei libri, ma ci sono stati e altri ci sono e ci saranno. Eroi con un solo potere...il coraggio di credere nella giustizia! Soprattutto voglio che sappiano che alcuni uomini (e donne) hanno perso la vita in nome di un IDEALE SUPERIORE.
Spero che, ispirati dalla storia di Giovanni Falcone, trovino il coraggio di non avere paura del più forte, del prepotente di turno, e scelgano di schierarsi dalla parte giusta quando si troveranno di fronte a piccole o grandi ingiustizie quotidiane, anche se questa scelta sicuramente costerà loro fatica.
Alcuni libri aiutano a raggiungere il cuore dei nostri giovani alunni, che saranno gli adulti di domani. Al bestseller Per questo mi chiamo Giovanni (di L. Garlando), si aggiunge anche Il bambino Giovanni Falcone in cui Angelo Di Liberto (ex alunno di Maria Falcone, sorella del magistrato) racconta, attraverso un reale episodio dell'infanzia, il primo incontro tra Giovanni Falcone e la mafia. Diliberto descrive Giovanni come un bambino ubbidiente, ligio al dovere e volitivo. Ama i romanzi di cappa e di spada e legge i libri di Dumas, Hugo, Eugène Sue e Conrad.
Come tutti anche lui compie marachelle e subisce le punizioni della mamma. Il protagonista di questa storia non è un "perfettino", ma un bambino che invita a fare le scelte giuste.
Autore: Concetta Incalza
http://www.corriere.it/cronache/15_maggio_22/vedova-schifani-racconta-ragazzi-cosa-fu-strage-cui-mori-falcone-b0859240-0088-11e5-9620-f7b479d580d7.shtml
Ogni anno, il 23 maggio, si tiene a Palermo e Capaci una lunga serie di attività, in commemorazione di questo tragico evento che ha segnato per la mafia una grande sconfitta. Chi c'era ricorda il grido della folla a Palermo "adesso ammazzateci tutti", il monito "le loro idee camminano sulle nostra gambe" e la commozione e la rabbia suscitate da questo delitto atroce... ma chi non c'era?
I miei alunni non c'erano. Loro sono nati dopo il 1993 ma hanno il diritto di conoscere quanto è accaduto. Loro hanno il DIRITTO di sapere, ma io, in quanto insegnante, ho il DOVERE di tramandare la memoria e l'esempio di chi come Giovanni Falcone (e Paolo Borsellino), si è sacrificato in nome di un bene collettivo superiore: la LEGALITA'. Senza dimenticare gli uomini della scorta che, pur conoscendo il pericolo costante a cui si sottoponevano, erano profondamente fieri del loro compito.
I nostri ragazzi hanno bisogno di esempi coraggiosi e positivi, hanno bisogno di sapere che gli eroi non esistono solo nel cartoni animati, nei film o nei libri, ma ci sono stati e altri ci sono e ci saranno. Eroi con un solo potere...il coraggio di credere nella giustizia! Soprattutto voglio che sappiano che alcuni uomini (e donne) hanno perso la vita in nome di un IDEALE SUPERIORE.
Spero che, ispirati dalla storia di Giovanni Falcone, trovino il coraggio di non avere paura del più forte, del prepotente di turno, e scelgano di schierarsi dalla parte giusta quando si troveranno di fronte a piccole o grandi ingiustizie quotidiane, anche se questa scelta sicuramente costerà loro fatica.
Alcuni libri aiutano a raggiungere il cuore dei nostri giovani alunni, che saranno gli adulti di domani. Al bestseller Per questo mi chiamo Giovanni (di L. Garlando), si aggiunge anche Il bambino Giovanni Falcone in cui Angelo Di Liberto (ex alunno di Maria Falcone, sorella del magistrato) racconta, attraverso un reale episodio dell'infanzia, il primo incontro tra Giovanni Falcone e la mafia. Diliberto descrive Giovanni come un bambino ubbidiente, ligio al dovere e volitivo. Ama i romanzi di cappa e di spada e legge i libri di Dumas, Hugo, Eugène Sue e Conrad.
Come tutti anche lui compie marachelle e subisce le punizioni della mamma. Il protagonista di questa storia non è un "perfettino", ma un bambino che invita a fare le scelte giuste.
Autore: Concetta Incalza
LINK SUGGERITO:
La vedova Schifani racconta ai ragazzi cosa fu la strage in cui morì Falcone: una lettera in cui spiega cosa significò per lei e per l'Italia intera la strage di Capaci.
domenica 7 maggio 2017
MIO FRATELLO RINCORRE I DINOSAURI
ROBERTO SAVIANO PRESENTA GIACOMO MAZZARIOL
Nel 2016 pubblica con Einaudi il suo primo libro, Mio fratello rincorre i dinosauri. Storia mia e di Giovanni che ha un cromosoma in più, dedicato al fratello Giovanni affetto dalla sindrome di down.
Un romanzo di formazione in cui non ha avuto bisogno di inventare nulla. Un libro che stupisce, commuove, diverte e fa riflettere.
Vincitore nel 2016 del Premio Sciacca.
Cliccando sul titolo di questo post vi propongo un breve video in cui Roberto Saviano elogia questo giovane autore invitandolo a parlare di "diversità e bellezza".
LUIGI GARLANDO VINCE IL PREMIO STREGA
NARRATIVA RAGAZZI +11
Luigi Garlando (autore di Per questo mi chiamo Giovanni), con L’estate che conobbi il Che (Rizzoli), è il vincitore per la categoria +11 (rivolta alla fascia dagli 11 ai 15 anni) della seconda edizione del Premio Strega Ragazze e Ragazzi, promosso da Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, Strega Alberti Benevento SpA, BolognaFiere-Bologna Children’s Book Fair, Centro per il libro e la lettura e BPER Banca. La cerimonia di premiazione si è svolta alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna.
Lo scrittore incontrerà i suoi giovani lettori al Salone internazionale del libro di Torino, in Sala Stock del Boockstock Village, giovedì 18 maggio, alle ore 12.30.
IN BREVE ... È l’estate del 2014. I Mondiali di calcio sono appena cominciati, e Cesare sta per festeggiare il suo dodicesimo compleanno nella villa in cui vive con il padre, amministratore delegato di un’azienda di arredamento, la madre, medico chirurgo di fama, e la sorella, che studia economia e fa la fashion blogger. Oltre la collina abita il nonno, a cui il papà non parla più, ma che per Cesare è una colonna. Solida come i mobili che nascono dalle sue mani e che fanno di lui “il più abile poeta del legno apparso sulla terra, dopo San Giuseppe”. Quando il nonno non si presenta alla festa, Cesare ha un brutto presentimento, così inforca la bici e corre a cercarlo a casa. Appena in tempo per vederlo trasportato su un’ambulanza. Sconvolto, Cesare nota, un attimo prima che lo portino via, il tatuaggio che il nonno ha sulla spalla. Chi è l’uomo con la barba? Qualche giorno dopo, scopre che quel volto non appartiene a Gesù, come aveva pensato in un primo momento, ma a un tale Ernesto Che Guevara. Ed è solo l’inizio. Tesa ed emozionante come un finale di partita, la vita straordinaria del Che raccontata da un nonno a suo nipote col passo incalzante della scrittura di Luigi Garlando. Un romanzo che intreccia una storia attuale, dell’Italia nella crisi economica, all’avventura rivoluzionaria del combattente argentino e alla sua caparbia ed eroica ricerca di un mondo più giusto per tutti.
AL DI QUA DEL MURO
AL DI
QUA DEL MURO: BERLINO EST 1989
Questo
libro è interessante perché parla della quotidianità di due adolescenti, Lene e
Anne, nella Berlino est nel 1989. Un evento che sconvolge la vita familiare di
Lene (la fuga di suo padre verso l’ovest) e i racconti di parenti e amici più
grandi su quanto sia diversa la vita a Berlino ovest le porterà ad una presa di
coscienza sulla mancanza di libertà e ad analizzare la propria realtà in modo
critico. Fino al fatidico 9 novembre 1989, quando tutto cambierà e la città
verrà finalmente riunificata.
Silvia
Vannuncini racconta con semplicità e chiarezza le privazioni alle quali erano
sottoposti i cittadini della DDR e il racconto è integrato da schede di
approfondimento storico e sociale, sicuramente utili. L’ultima di queste tratta
della delusione che una parte dei cittadini dell’Est provano oggi che la
Germania è riunita, quasi una nostalgia della DDR e ne spiega le motivazioni.Oltre ad essere un buon testo di narrativa storica da consigliare agli alunni delle classi terze della Scuola secondaria di I grado è per l'insegnante un utile strumento per spiegare, con esempi semplici e concreti la vita nei Paesi del blocco sovietico durante la Guerra Fredda.
Autore: Concetta Incalza
venerdì 5 maggio 2017
ERALDO AFFINATI: ESISTE ANCORA LA SCUOLA DI DON MILANI?
GLI "ULTIMI" SONO I MIEI ALLIEVI PREFERITI
A quasi cinquant’anni dalla sua scomparsa don Lorenzo Milani, prete degli ultimi, non smette di interrogarci. Ma vive ancora la scuola di Barbiana? Eraldo affinati, ha dedicato il suo ultimo libro a Don Lorenzo, l'Uomo del futuro, e ieri in un due incontri pubblici a Schio (VI), uno rivolto ai docenti e l'altro alle famiglie, ha cercato di rispondere a questa domanda. Ecco di seguito una sintesi del suo intervento.
<< Don Lorenzo mi ha colpito e toccato nel fondo perché anch'io vengo da una storia particolare: mio padre figlio illegittimo abbandonato dal padre e mia madre arrestata dai nazisti; genitori che avevano fatto solo la quinta elementare. La mia scelta di essere scrittore e insegnante è profondamente legata alla storia dei miei genitori.
Per me è stato importante lavorare alla CITTÀ DEI RAGAZZI di ROMA, mi ha fatto capire che il sogno di un'altra scuola come la voleva Don Milani è possibile: senza voti, senza classi e senza burocrazia, dove gli insegnanti sono capaci di far brillare gli occhi degli studenti.
Sono andato nei luoghi dove ha vissuto don Lorenzo, ma mi è stato insufficiente. Allora sono andato a cercare le Barbiane di oggi nei luoghi più lontani ...il maestro arabo in Marocco, l'educatore messicano che cerca di recuperare un ragazzo tossicomane e rapinatore, la stele di Ellis Island, Hiroshima... in tutti questi luoghi del mondo ho cercato di ritrovare lo spirito del prete di Barbiana.
Nella scuola di oggi bisogna essere veri e autentici, uscire dalla finzione pedagogica che corrode il sistema scolastico. La scuola deve essere percorso di vita e di conoscenza che si deve costruire insieme con le altre agenzie educative (soprattutto le famiglie) in una coralità educativa: un insegnante da solo è destinato al fallimento.
Don Lorenzo era un intellettuale di dimensione europea che ci spinge a "fare baccano", cioè a metterci in gioco e fare qualcosa a prescindere dal risultato che poi si otterrà.
Noi non dobbiamo vivere per frammenti ma dobbiamo vivere cercando un disegno unitario.
Don Lorenzo è diventato se stesso quando ha visto e conosciuto da vicino la povertà culturale... La stessa cosa provo io quando vedo gli immigrati che non parlano l'italiano: ragazzi feriti, dispersi, disorientati. Loro sono i miei allievi preferiti. Chi non ha le parole e incapace di esprimere se stesso: l'intuizione folgorante di don Lorenzo è stata quella di dare la lingua ad una persona, questo è ciò che anche noi dobbiamo perseguire, perchè l'integrazione passa attraverso la lingua.
Purtroppo la scuola in Italia NON È FIGLIA DI DON LORENZO, la scuola della burocrazia, delle griglie, delle caselle e delle prove Invasi non è erede dell'esperienza di Don Milani.
Davanti all'altro (l'immigrato, il profugo) la reazione oggi è di chiusura e rifiuto oppure di avere un sentimento di vergogna davanti alla sua povertà. Questo tumulto etico è una grande occasione: dobbiamo metterci in gioco, ognuno di noi è chiamato in causa come persona.
Cosa significa integrazione? Non basta dare servizi, bisogna includere, bisogna dare qualità al rapporto umano. Questa è la vera strada da seguire anche per evitare fenomeni di radicalizzazione >>
Autore: Concetta Incalza
http://www.eraldoaffinati.it/
A quasi cinquant’anni dalla sua scomparsa don Lorenzo Milani, prete degli ultimi, non smette di interrogarci. Ma vive ancora la scuola di Barbiana? Eraldo affinati, ha dedicato il suo ultimo libro a Don Lorenzo, l'Uomo del futuro, e ieri in un due incontri pubblici a Schio (VI), uno rivolto ai docenti e l'altro alle famiglie, ha cercato di rispondere a questa domanda. Ecco di seguito una sintesi del suo intervento.
<< Don Lorenzo mi ha colpito e toccato nel fondo perché anch'io vengo da una storia particolare: mio padre figlio illegittimo abbandonato dal padre e mia madre arrestata dai nazisti; genitori che avevano fatto solo la quinta elementare. La mia scelta di essere scrittore e insegnante è profondamente legata alla storia dei miei genitori.
Per me è stato importante lavorare alla CITTÀ DEI RAGAZZI di ROMA, mi ha fatto capire che il sogno di un'altra scuola come la voleva Don Milani è possibile: senza voti, senza classi e senza burocrazia, dove gli insegnanti sono capaci di far brillare gli occhi degli studenti.
Sono andato nei luoghi dove ha vissuto don Lorenzo, ma mi è stato insufficiente. Allora sono andato a cercare le Barbiane di oggi nei luoghi più lontani ...il maestro arabo in Marocco, l'educatore messicano che cerca di recuperare un ragazzo tossicomane e rapinatore, la stele di Ellis Island, Hiroshima... in tutti questi luoghi del mondo ho cercato di ritrovare lo spirito del prete di Barbiana.
Nella scuola di oggi bisogna essere veri e autentici, uscire dalla finzione pedagogica che corrode il sistema scolastico. La scuola deve essere percorso di vita e di conoscenza che si deve costruire insieme con le altre agenzie educative (soprattutto le famiglie) in una coralità educativa: un insegnante da solo è destinato al fallimento.
Don Lorenzo era un intellettuale di dimensione europea che ci spinge a "fare baccano", cioè a metterci in gioco e fare qualcosa a prescindere dal risultato che poi si otterrà.
Noi non dobbiamo vivere per frammenti ma dobbiamo vivere cercando un disegno unitario.
Don Lorenzo è diventato se stesso quando ha visto e conosciuto da vicino la povertà culturale... La stessa cosa provo io quando vedo gli immigrati che non parlano l'italiano: ragazzi feriti, dispersi, disorientati. Loro sono i miei allievi preferiti. Chi non ha le parole e incapace di esprimere se stesso: l'intuizione folgorante di don Lorenzo è stata quella di dare la lingua ad una persona, questo è ciò che anche noi dobbiamo perseguire, perchè l'integrazione passa attraverso la lingua.
Purtroppo la scuola in Italia NON È FIGLIA DI DON LORENZO, la scuola della burocrazia, delle griglie, delle caselle e delle prove Invasi non è erede dell'esperienza di Don Milani.
Davanti all'altro (l'immigrato, il profugo) la reazione oggi è di chiusura e rifiuto oppure di avere un sentimento di vergogna davanti alla sua povertà. Questo tumulto etico è una grande occasione: dobbiamo metterci in gioco, ognuno di noi è chiamato in causa come persona.
Cosa significa integrazione? Non basta dare servizi, bisogna includere, bisogna dare qualità al rapporto umano. Questa è la vera strada da seguire anche per evitare fenomeni di radicalizzazione >>
Autore: Concetta Incalza
http://www.eraldoaffinati.it/
lunedì 1 maggio 2017
IL VOTO SCOLASTICO
Il voto è una spina nel nosto fianco[...] Attira tensioni. Esalta e redarguisce. Lusinga e strapazza. Premia e punisce. Elogia e mortifica. E' il terreno di coltura della competizione, dell'invidia, del rancore, della felicità effimera. Per chi insegna si può trasformare facilmente in un'arma a doppio taglio. Insomma, sotto al voto dovremmo immaginare sempre una scritta: "Maneggiare con cura".
(Elogio del ripetente: la scuola e le sue difficoltà raccontate dalla parte dei più deboli. Lettera a una professoressa di oggi, Eraldo Affinati, p.36)
(Elogio del ripetente: la scuola e le sue difficoltà raccontate dalla parte dei più deboli. Lettera a una professoressa di oggi, Eraldo Affinati, p.36)
LAVORARE CON LE COMPETENZE
COME SVOLGERE UNA RICERCA
Svolgi una
ricerca su …………..
Prima di iniziare a lavorare crea uno schema di lavoro, cioè individua cosa cercare e
quali informazioni vuoi approfondire, scrivendo già i titoli dei paragrafi che inserirai nella tua ricerca.
Comincia a lavorare …
Puoi reperire
le informazioni utilizzando INTERNET o recandoti in BIBLIOTECA.
Se decidi di
utilizzare INTERNET puoi consultare i seguenti siti:
http://biografieonline.it
Usa la funzione
copia/incolla per riportare direttamente sul documento di Word le informazioni
che hai reperito sul sito.
Ricorda!
La tecnica
del copia/incolla presenta alcuni problemi:
1. il testo copiato è freddo, non è cioè passato attraverso il
tuo lavoro di revisione e di confronto con altre fonti, necessario per sentire
personalizzare ciò che hai scritto e quindi poi saperlo riportare/spiegare a
voce durante l’interrogazione;
2. il testo copiato è stato scritto da altri, con parole e termini che magari non conosci e che quindi non
saresti in grado di riportare correttamente in una conversazione o in una
interrogazione;
3. il testo copiato non è formattato, occorre
quindi renderlo omogeneo alle nostre impostazioni di carattere e paragrafo,
eliminando tutto ciò che non è necessario in un documento scritto (come ad
esempio i link).
Dunque la
regola principale per produrre una buona ricerca è di usare le fonti (online o cartacee) solo per raccogliere le
informazioni.
Scrivi il
documento con la tua testa e la tua tastiera. È meglio essere architetti di ciò che si scrive e non semplici
copisti!
Per eseguire
questo compito devi rispettare le seguenti istruzioni:
- Ultilizza
il programma WORD
- Scrivi il
titolo con il carattere VERDANA 16, riportalo in grassetto, centralo e coloralo.
- Dividi il
testo in paragrafi titolati.
- Scrivi i
titoli dei paragrafi in VERDANA 14.
- Scrivi il
corpo del testo con il carattere COMIC 12; il testo deve avere un’interlinea di 1,5.
- All’interno
dei paragrafi dovrai evidenziare almeno 3 parole chiave
(colorandole o sottolineandole).
- Inserisci IMMAGINI corredate da una didascalia. Le
immagini devono essere inserite nella ricerca e non alla fine.
- Crea una
copertina con il TITOLO DELLA RICERCA, un’IMMAGINE e il TUO NOME E COGNOME.
GRIGLIE DI VALUTAZIONE
Competenza:
IMPARARE AD IMPARARE
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COMPETENZE
DIGITALI
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Comunicazione nella lingua madre o
lingua d’istruzione
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