giovedì 10 ottobre 2019

venerdì 4 ottobre 2019

venerdì 20 settembre 2019

INCONTRO CON DAVIDE MOROSINOTTO

Di seguito si riporta un breve estratto breve  estratto dell'incontro che l'autore ha avuto con studenti e insegnanti presso la libreria "Il colore del grano" di Schio (VI) in data 20 settembre 2019.



Qual è il primo libro che hai scritto?
Si intitolava "La corsa della bilancia" e nel 2009 vendette pochissime copie! Ma si da il caso che quel libro piacque a Pierdomenico Baccalario, così da allora abbiamo spesso lavorato insieme.
Qual è la parte più faticosa del tuo lavoro?
Pensare alla storia è la parte più lunga e faticosa del mio lavoro, mentre scrivere è la più breve. Il lavoro dello scrittore deve essere divertente e nel mio caso lo è.

Che tipo di scrittore sei?
Tutti gli scrittori sono metodici, perché leggono e scrivono tutto il giorno tutti i giorni. Io scrivo non meno di cinque pagine al giorno. Se posso preferisco scrivere al pomeriggio in casa mia, però mi adatto a scrivere anche in viaggio, per esempio in treno. Ci vuole impegno e costanza. Comunque non scrivo mai più di un libro contemporaneamente.

Qual è il percorso che porta alla pubblicazione di un libro?
Il percorso è molto lungo e alla pubblicazione di un testo collaborano molte persone. Per prima cosa lo scrittore invia la bozza all'editore che decide se è interessato a pubblicarlo.
Se è interessato, l'editore passa il testo all'editor che ha il compito di valutare come sistemare la storia contenuta nel libro, inoltre questa figura si occupa anche del riassuntino nella copertina e di eventuali apparati. Poi il titolista assegna un titolo, che può essere spesso diverso da quello che l'autore aveva pensato. l'illustratore si occupa di costruire la copertina. poi il libro deve essere impaginato. Infine il correttore di bozze deve rileggere il libro per trovare errori che sono eventualmente sfuggiti
In pratica lo scrittore crea la prima bozza e poi legge il risultato finale!

Autore: Concetta Incalza

CYBERBULLI AL TAPPETO:  intervista a Davide Morosinotto

lunedì 9 settembre 2019

domenica 24 marzo 2019

FINO A QUANDO LA MIA STELLA BRILLERA'

Incontro con DANIELA PALUMBO, autrice del libro FINO A QUANDO LA MIA STELLA BRILLERA'

La sera in cui a Liliana viene detto che non potrà più andare a scuola, lei non sa nemmeno di essere ebrea. In poco tempo i giochi, le corse coi cavalli e i regali di suo papà diventano un ricordo e Liliana si ritrova prima emarginata, poi senza una casa, infine in fuga e arrestata. A tredici anni viene deportata ad Auschwitz. Parte il 30 gennaio 1944 dal binario 21 della stazione Centrale di Milano e sarà l'unica bambina di quel treno a tornare indietro. Ogni sera nel campo cercava in cielo la sua stella. Poi ripeteva dentro di sé: finché io sarò viva, tu continuerai a brillare.





Di seguito si riporta una breve intervista all'autrice, tratta dall'incontro avuto con gli studenti delle classi terze della Scuola secondaria di I grado A. Fusinato di Schio (VI), in data 13 marzo 2019.


Che persona è Liliana Segre?
Liliana a 88 anni è diventata senatrice della Repubblica italiana e per anni ha partecipato a incontri con i ragazzi nelle scuole  per essere testimone della Shoah. Ciò che la caratterizza è che non è un testimone rancoroso, lei porta la vita, lei racconta la SPERANZA di SOPRAVVIVERE nel campo di concentramento, l'AIUTO degli amici di famiglia che hanno rischiato molto per proteggerla. 

C'è una richiesta che Liliana le ha fatto quando ha accettato di realizzare questo libro?
Liliana ha voluto che il libro avesse come protagonista la figura di suo papà, a cui era legatissima.

Questo non è il suo unico libro sulla Shoah. Perché?
Io scrivo di Shoah perchè in terza media una mia prof.ssa ci portò al cinema per vedere alcuni documentari sui giorni della liberazione del campo di Auschwitz. Ricordo i corpi accatastati senza quasi avere più sembianze umane. I corpi che vidi erano, per i nazisti, dei "pezzi" definiti "inutili", che non servivano più. L'impatto a 13 anni con quelle immagini è stato terribile. Come è stato possibile? Questa è la domanda che mi ha accompagnata per tutta la vita.


Se lei fosse vissuta nell'epoca fascista sarebbe stata indifferente o no?
Dentro di noi abbiamo una voce che ci dice cosa è giusto. Io posso dirti che avrei voluto essere una persona che si ribella e che si indigna.

A lei questo libro è piaciuto?
Sì. In particolare mi piace l'ultima parte... il non esserci, scomparire, quando tutto era finito... quando nessuno, nemmeno la famiglia voleva ascoltare. Liliana si è autoesclusa, autoemarginata. Solo l'incontro con colui che poi è diventato suo marito le ha permesso di sentirsi di nuovo dentro il mondo e di ricominciare ad amare la vita.




Autore: Concetta Incalza

sabato 23 marzo 2019

CUORI DI CARTA

ELISA PURICELLI GUERRA, autrice del libro CUORI DI CARTA

Tutto inizia con un libro che si trova nello scaffale sbagliato, in una biblioteca di cui non si conosce il nome. Dentro c’è un foglio contenente un messaggio scritto da una ragazza. Un coetaneo che frequenta la biblioteca lo trova. I due cominciano a scambiarsi messaggi attraverso il libro. Non si firmano con i loro veri nomi, ma come Una e Dan, i protagonisti di Puck il folletto.  
Dan e  Una iniziano una corrispondenza epistolare senza incontrarsi di persona. Sono due ragazzi come tanti, ciascuno con una storia familiare più o meno difficile, con passioni, desideri, paure. Cercano di scoprirsi, si punzecchiano, flirtano, e si conoscono profondamente come forse non sarebbero mai riusciti a fare di persona.  
Ma il l'Istituto in cui si trovano è strano... è un luogo in cui i ricordi dolorosi vengono cancellati e i ragazzi che lo frequentano lo sanno, ma a poco a poco i due si renderanno conto che in quel luogo si nasconde un segreto inquietante e doloroso da accettare che coinvolge tutti i ragazzi con la complicità dei loro genitori...



Di seguito si riporta una breve intervista all'autrice, tratta dall'incontro avuto con gli studenti delle classi seconde della Scuola secondaria di I grado A. Fusinato di Schio, in data 11 marzo 2019.

Dove ha tratto ispirazione?
E' l'era di internet, dei messaggi scambiati tra persone lontane o che addirittura non si conoscono. Volevo scrivere una storia avventurosa che nascondesse un mistero sull'identità dei protagonisti, perché così c'è la curiosità di sapere come va a finire.

Quanto tempo ci ha messo a scrivere il libro?
Relativamente poco. L'ho scritto nell'arco di un'estate a Milano. E' stato un libro sponatneo e veloce.

I suoi personaggi sono inventati o ispirati a qualcuno di reale?
Nei personaggi c'è molto di me, ovvero ci sono le varie sfaccettature del mio modo di essere. Poichè da ragazza ero timida, più di tutti mi identifico molto in Dan, un personaggio molto tranquillo ma che ha un risveglio nel corso della storia. Dan è un ragazzo che è come lo vogliono gli altri e ha paura di mostrarsi per come è in realtà.
Comunque a volte per i personaggi delle mie storie traggo ispirazione anche da persone che incontro nella realtà.

Perché i protagonisti nascondono i biglietti proprio nel libro Puck il folletto?
Puck il folletto è un libro di Kipling per adulti. Io lo avevo letto e lì ci sono i due protagonisti, Dan e Una, che vivono esperienze straordinarie ma dopo gli viene cancellata la memoria. Anche Cuori di carta gioca sulla "memoria" e sul "ricordo".

Quando ha deciso di diventare una scrittrice?
La scrittura fa parte del mio passato profondo, già all'età di 8 anni scrivevo storie. Ho continuato a scrivere fino ai 15 anni circa, cercavo di continuare le storie che mi piacevano. Poi ho cominciato a lavorare in una casa editrice, dove lavorava anche l'autrice di Geronimo Stilton. Ho così lavorato nell'editoria per ragazzi senza pensare di scrivere, ho ricominciato dopo anni e ho recuperato una parte di me ormai sopita.

Autore: Concetta Incalza

domenica 3 marzo 2019

DAVIDE SIBALDI


Il 26 febbraio 2019 il regista DAVIDE SIBALDI ha incontrato gli alunni della Primaria e delle classi terze della Scuola secondaria di 1^grado Fusinato di Schio (VI).


Regista, sceneggiatore e pittore, Sibaldi tra il 1999 e il 2005 scrive e dirige cortometraggi e  mediometraggi che partecipano a numerosi festival. Oltre che regista è anche pittore e lavora nell'editoria come illustratore.

Il suo docufilm IL PRIMO MERAVIGLIOSO SPETTACOLO ha il pregio di unire - caso rarissimo - il patrocinio di UNICEF e AMNESTY INTERNATIONAL.

 

Questo lavoro racconta l'emozionane creazione di uno spettacolo teatrale sui rifugiati realizzato in un Istituto Comprensivo di Ghedi (Brescia) da 45 bambini e i loro genitori provenienti da 11 Nazioni differenti (Italia, Ghana, Etiopia, Marocco, Nigeria, Cina, Serbia, India, Pakistan, Albania, Romania).
I bambini hanno messo in scena GIUSEPPE E LO SPUTAFUOCO, libro scritto e illustrato proprio da Sibaldi.





Ghedi ha una popolazione multietnica frutto di un lungo processo di immigrazione dal altre regioni italiane e  e dall'estero: il 40% degli abitanti provengono dall'Italia centro-settentrionale, un altro 40% dall'Italia centro-meridionale e il restante 20% da Paesi stranieri!
Ghedi è un esempio di integrazione positiva.


L'incontro ha rappresentato una grande opportunità per i bambini della Primaria di parlare e del libro GIUSEPPE E LO SPUTAFUOCO con il suo autore e illustratore, per i ragazzi della Secondaria di parlare di integrazione ma anche di cinema e del mestiere del regista.

Autore: Concetta Incalza