sabato 25 marzo 2017

LEARNING STYLES
 
DIFFERENTI STILI DI APPRENDIMENTO: 
il VARK  di Neil Fleming


Tra i vari modelli teorici sui LEARNING STILES il più diffuso e accettato e il VARK di Neil Fleming.

Questa teoria ipotetizza 4 stili di apprendimento:

- visual (improntato su supporti visivi, come figure, schemi, testi scritti, ecc.), 
- auditory (improntato sull’ascolto, quindi lezioni orali, tracce audio, discussioni, ecc.)
- kinaesthetic (improntato sul “fare” e sul “muoversi“, come esperimenti, progetti ed esercizi manuali, ecc.),
- read and write (improntato su lettura e scrittura come schemi, sintesi, mappe, ecc...).


Tutti e quattro gli stili coesistono in un individuo, che tuttavia può essere maggiormente predisposto per uno in particolare. Inoltre, non è detto che la predominanza di uno stile valga per qualsiasi tipo di attività di apprendimento.
Indipendentemente dalla prevalenza dello stile di apprendimento di un alunno, è consigliabile che il docente includa attività di tutti e quattro i tipi nelle proprie lezioni.

ESODO E FOIBE

Pubblico una sintesi relativa ad un evento storico importante per la storia del nostro Paese: l'esodo della popolazione italiana dalla Dalmazia e dall'Istria e la tragedia delle FOIBE.
Ho deciso di partire dall'Armistizio dell'8 settembre 1943 perchè rientra nel programma di storia della classe terza.
La necessità di pubblicare questa sintesi è dovuta al fatto che nei libri di storia c'è poco e d il tema è perlopiù trattato con superficialità..
Buona lettura!
 
ESODO E FOIBE

8 SETTEMBRE 1943
Dopo la firma dell'armistizio in Istria e Dalmazia esplose la violenza. I partigiani jugoslavi sio vendicarono contro non comunisti e fascisti. In particolare questi ultimi erano accusati di aver amministrato, nell'intervallo tra le due guerre, Istria e Dalmazia con durezza, imponendo un'italianizzazione forzata, reprimendo e osteggiando le popolazioni slave locali.

I partigiani jugoslavi torturarono, massacrarono, affamarono e poi gettarono nelle foibe circa un migliaio di persone, accusate di essere nemici del popolo.

1945-1947
In questo arco di tempo la Jugoslavia occupò Gorizia e Istria e le truppe del maresciallo TITO si scatenarono contro gli italiani.
Le truppe Jugoslave puntarono anche verso Trieste (il porto e le sue fabbriche erano una preda ambita), per riconquistare i territori che, alla fine della Prima guerra mondiale, erano stati negati alla Jugoslavia, ma non riuscirono nell'intento.
Tito, in nome di un odio politico-ideologico, voleva eliminare i non comunisti dalla futura Jugoslavia e avviò una pulizia etnica contro gli italiani.

350.000 italiano scapparono dalla Dalmazia e dall'Istria e si trasformarono in esuli. Nelle FOIBE furono gettati fascisti, cattolici, liberaldemocratici, uomini di chiesa, donne , anziani e bambini.

FOIBE
Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo.
Gli italiani "infoibati" tra il 1943 e il 1947 furono almeno 20.000.





LA CONFERENZA DI PACE DI PARIGI
Il dramma delle terre italiane al confine orientale si concluse con la firma del Trattato di pace di Parigi il 10 febbraio 1947. L'Italia rinunciò per sempre a Zara, alla Dalmazia, a Fiume, all'Istria e a parte della provincia di Gorizia. Questo trattato regalò di fatto alla Jugoslavia il diritto di confiscare tutti i beni dei cittadini italiani, con l'accordo che sarebbero poi stati indennizzati dal governo di Roma, cosa che non è mai avvenuta.

ACCOGLIENZA RISERVATA AGLI ESULI
Le popolazioni italiane istriane e giuliane fuggirono a decine di migliaia, abbandonando le loro casee ammassando su carri trainati dai cavalli le poche masserizie che potevano portare con sè. Gli esuli scappavano dal terrore, non avevano nulla, arrivarono in Italia (erano italiani!) ma non ricevettero una adeguata accoglienza.

Il PCI (Partito Comunista Italiano) li ignorò perchè la Jugoslavia era un paese comunista (alleato dell'URSS) con il quale c'era una vicinanza ideologica. In generale tutto il mondo politico italiano si disinteressò della questione.

IL CROLLO DEL COMUNISMO
Tutto cambiò dopo il crollo del muro di Berlino (1989), che determinò la fine del comunismo. Si ruppe, così, il muro del silenzio creato intorno alle vicende degli esuli e degli infoinìbati.
Il 3 novembre 1991, il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga si recò in pellegrinaggio alla FOIBA DI BASOVIZZA e in ginocchio chiese perdono per un colpevole silenzio durato cinquant'anni. Lo stesso fece il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro l'11 febbraio 1993.

Autore: Concetta Incalza



venerdì 17 marzo 2017

APPRENDIMENTO COOPERATIVO


APPRENDIMENTO COOPERATIVO E COMPETENZE


L'apprendimento cooperativo consiste in piccoli gruppi in cui gli studenti lavorano insieme per migliorare reciprocamente il loro apprendimento. Il cooperative learnig (CL) è utile per valutare le seguenti competenze:

- imparare ad imparare: in quanto implica un processo che di istruzione che porta gli studenti a lavorare per il raggiungimento di uno scopo comune (la realizzazione di un prodotto)

- competenze sociali e civiche: il CL porta gli studenti a rispettare regole di comportamento accettate da  tutti i partecipanti, sviluppare e dimostrare fiducia nelle proprie capacità, collaborazione, corretta comunicazione tra pari (proporre idee e saperle difendere, ma anche valutare e accettare quelle altrui), gestione di eventuali conflitti.


STRUMENTI UTILI IL PER LAVORO DI GRUPPO

 
Scheda 1


 
Scheda 2
 

Scheda 3



 



giovedì 16 marzo 2017

IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE


 L'IMPORTANZA DELLA MEMORIA
L'innocenza di due bambini ditrutta dalla follia degli adulti



Bruno è un tranquillo ragazzo di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla loro comoda casa di Berlino in un'area desolata in cui questo ragazzino solitario non trova nulla da fare e nessuno con cui giocare. Decisamente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignora le continue indicazioni della madre, che gli proibisce di esplorare il giardino posteriore e si dirige verso "la fattoria" che ha visto nelle vicinanze.
Lì, incontra Shmuel, un ragazzo della sua età che vive un'esistenza parallela e differente dall'altra parte del filo spinato.
L'incontro di Bruno col ragazzo dal pigiama a righe lo porta dall’innocenza a una consapevolezza maggiore del mondo degli adulti che li circonda, mentre gli incontri con Shmuel si trasformano in un’amicizia dalle conseguenze terribili.



Clicca su questo link per guardare il trailer del film.

Dopo aver studiato il NAZISMO, aver parlato e discusso in classe del GENOCIDIO, del ruolo importante della "MEMORIA" e aver visto questo commovente film, vi chiedo di riflettere sulla LEZIONE DI UMANITA' che questi due bambini danno al mondo degli adulti.

domenica 5 marzo 2017

EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA: PARTECIPAZIONE ATTIVA

Sul Giornale di Vicenza di oggi (5 marzo 2017) è stato pubblicato un articolo sull'avvio del progetto del Consiglio Comunale dei Ragazzi, che coinvolge le tre scuole Secondarie di primo grado di Schio al quale stiamo lavorando da ottobre. Un bell'esempio di partecipazione attiva dei nostri ragazzi alla vita della comunità.

sabato 4 marzo 2017

AGGIORNAMENTO DEL POST SU VACANZE ROMANE

 Nel post dedicato al compito di realtà su VACANZE ROMANE ho aggiunto, a titolo esemplificativo, un esempio di prodotto (in tal caso un power point) ben fatto. L'alunna che ha realizzato il compito ha ben interpretato le richieste della traccia data. Ho inoltre allegato anche una mappa (prodotta da un'altra alunna), corredata di apposita legenda, realizzata con il computer. Vi ricordo che potete cercare il post utilizzando la funzione "cerca" a destra dello schermo, oppure cliccando su "post più vecchi" in fondo alla pagina.

giovedì 2 marzo 2017

TEMA SU PRIMA GUERRA MONDIALE


Pubblico volentieri uno dei temi sulla PRIMA GUERRA MONDIALE che mi è particolarmente piaciuto. L'elaborato è di Alessia D.Z. (3E) che mi ha gentilmente dato il permesso. Lo pubblico anche affinchè possiate avere un esempio di come doveva essere interpretata la traccia.

Buona lettura!

 
 
Pace. Se penso a questa parola mi affiora nella mente un’epoca “immaginaria”, la Belle Epoque, periodo di pace e tranquillità. Il mio trisnonno è nato proprio lì: “23 marzo 1881 nasce Domenico Zaltron...” così scrive nel suo diario. Quando ho letto la frase seguente però ho capito che la pace per lui è scomparsa a soli 34 anni, quando è stato chiamato a raccolta per diventare un soldato e combattere per la patria. Sì, la patria, la loro “madre”, la nostra “madre”; una madre  che si ricorda di noi solo quando c’è una guerra in corso, quando c’è la pace per lei non esistiamo. “Il 24 ottobre 1915 partimmo …” questo scrive Domenico. Nel diario non parla della fatica del viaggio e, da come scrive, sembra quasi che la guerra non sia chissà che cosa, ma la verità è che non lo capisco perché non so cosa voglia dire combattere corpo a corpo con lo scopo di uccidere un essere umano uguale a me, non so nemmeno cosa significhi soffrire per la fame o per il freddo e non ho mai provato la paura di non tornare, non da un viaggio ma di non tornare a vivere. Di morire. Milioni di soldati sono partiti per combattere una guerra che non volevano; certo c’erano anche gli interventisti come Ungaretti, che con le sue poesie, di poche righe ma con un significato profondo, ci fa comprendere molti aspetti di questa guerra trucida. <<Non sono mai stato tanto attaccato alla vita>> (Ungaretti, Veglia). La vita un dono che nessuno ha chiesto e per questo non ci accorgiamo che ciò che abbiamo ora potrebbe sparire in un istante … e noi  con lei. Prima c’eri e adesso non ci sei più. Svanito nel nulla, dimenticato. Beh, la vita dei soldati era così. <<Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie>> (Ungaretti, Soldati). È vero le foglie cadono e nessuno ci fa caso. I soldati che morivano, per gli alti ufficiali non erano che oggetti […] della morte di un soldato non importava nulla ai superiori di grado. Ma allora mi chiedo: “È questo il trattamento che merita un uomo che ha combattuto con onore per  la patria?!”. No, certo che no! Eppure in guerra era così. La paura. I soldati devono averne avuta tanta. Imboscate, piani, anche il solo sentir parlare gli ufficiali doveva  farli tremare. Quando un ufficiale annunciava un ordine non c’era scelta bisognava eseguirlo e se ci si rifiutava la pena era la fucilazione. Questa è solo una delle tante ingiustizie nei confronti dei soldati. Un’altra azione scandalosa è la decimazione. Ogni dieci uomini usciva un soldato, poi un altro e poi un altro ancora fino a estrarre i soldati che venivano punitivi, anche se innocenti con la fucilazione. Se si veniva estratti non c’era nessun escamotage. Si moriva.
Oggi siamo nel 2017, cento anni fa c’è stata la guerra più grande di sempre, una guerra che ha causato più di otto milioni di morti, una guerra che lascerà il segno. Per concludere penso che bisognerebbe onorare quei soldati che sono morti combattendo una guerra che non era loro e bisognerebbe ringraziare E. Lussu per il suo libro Un anno sull’altopiano, dal quale è stato tratto il film Uomini contro che dimostra le ingiustizie di questa guerra. A tutti i caduti : dimostriamo il dovuto onore.

Pubblico qui di seguito altri elaborati sulla PRIMA GUERRA MONDIALE particolarmente interessanti.










La Prima Guerra Mondiale ha causato la distruzione dei terreni agricoli, ei paesaggi una volta splendidi, delle abitazioni. Ma le cose più importanti non sono tanto i beni materiali quanto le vite che sono state spazzate via. Coloro che sono caduti in battaglia hanno avuto una fine tragica e indegna perchè nessuno dovrebbe trovare la morte per mano di guerre a fini politici. <<E' il mio cuore / il paese più straziato>> spiegò Ungaretti nella sua lirica San Martino del Carso. Come hanno testimoniano molti sopravvissuti, gli anni trascorsi nelle tricee hanno devastato le loro coscienze e aumentato le loro paure. Al termine del conflitto hanno trascorso il resto della loro vita nell'angoscia e nel terrore, marcati dalle tragedie e dalle follie compiute spesso per eseguire gli ordini dei loro superiori incompetenti.
In tutti questi anni le guerre hanno portato soltanto distruzioni e massacri. <<Innanzi tutto è importante dire che se le guerre scoppiano per delle ragioni, questo non vuol dire che c'è una buona ragione per fare la guerra>> scrive Toni Capuozzo nel suo libro La guerra spiegata ai ragazzi.
Si creano trattai di pace, si fanno conferenze sull'ambiente, si discute della bellezza di un mondo libero, quando non si smette di fabbricare armi e si continua a rifornire di munizioni i Paesi in conflitto tra loro. Per portare il bene sociale e politico bisognerebbe smetterla con tutto questo odio e agire invece di parlare soltanto. Bisognerebbe abbattere i confini fisici e mentali ed essere aperti culturalmente verso pensieri positivi e speranze.
Ungaretti nella sua poesia Veglia scrive <<Non sono mai stato / tanto / attaccato alla vita>> per spiegare quanto si era sentito fortunato nell'avere ancora con sè quella vita così preziosa.
La Guerra non l'hanno voluta i contadini, non l'hanno scelta i soldati che l'hanno dovuta compbattere. Questa grande tragedia mondiale l'hanno imposta i potenti, non pensando che pure quegli uomini massacrati potessero avere una moglie, dei figli e un futuro. La generazione del 1900 fu sterminata perchè la guerra non ha risparmiato neppure i giovani maggiorenni. Loro, che avevano la possibilità di diventare QUALCUNO nel mondo, sono stati costretti ad abbandonarsi alla morte.
Siamo noi gli artefici del nostro destino e siamo noi che dobbiamo insegnare alle nostre discendenze l'importanza di una vita serena fatta di scoperte, avventure e positività. (NICOL G. 3C)