giovedì 23 febbraio 2017

IL DRAMMA DELLE SPOSE BAMBINE
Gli alunni delle classi terze della Scuola secondaria di I grado Fusinato incontrano
AMANI EL NASIF
 
 
 
 


La discriminazione femminile è una piaga mondiale che considera la donna inferiore all’uomo a livello economico, culturale e sociale.


In alcuni Paesi le donne sono destinate solamente al ruolo di mogli e madri, devono stare in casa ad accudire i figli, non hanno accesso all’istruzione e sono tenute nell’ignoranza.


Nella società occidentale le donne sono una parte fondamentale: svolgono molti lavori uguali a quelli degli uomini, sono istruite, possono aspirare a diventare piloti di aerei, dirigenti di grandi aziende, hanno il diritto di voto e sono rispettate. La donna col passare del tempo ha dimostrato di essere  dotata di intelligenza e determinazione tanto da poter intraprendere qualsiasi professione intellettualmente impegnativa, anche se in alcuni campi deve ancora lottare contro la discriminazione di molti maschilisti.

Purtroppo nel mondo non tutte le donne hanno ottenuto questa indipendenza e questi diritti: nei Paesi di religione islamica, per esempio, la donna è costretta a matrimoni precoci (spose bambine) senza poter esprimere la propria opinione.
È stato il caso di Amani portata in Siria dalla sua famiglia per obbligarla ad un matrimonio con un uomo più grande di lei.
Amani però  si ribella, alza la voce e in preda alla disperazione tenta anche il suicidio, ma viene sempre fermata e … picchiata.
Del libro “Siria mon amour” abbiamo ammirato il coraggio e la forza di questa ragazza, che ha avuto il coraggio della ribellione e così ha ottenuto la libertà.
(Elisa B., classe 3C)
 
Spose bambine, nessuna festa per i diritti.
Il matrimonio precoce non fa la felicità. Nei calcoli sul livello di sviluppo dei Paesi abbassa gli indici, è considerato spia di malessere, segnale  di scarsa attenzione all’infanzia. Ed è anche una violazione dei diritti umani. Eppure è prassi  diffusa in molta parte del mondo, sperimentata da 700 milioni di donne. In Niger il 77%  della popolazione femminile tra i 20 e i 49 anni è andata in sposa prima di diventare maggiorenne. La stessa sorte è toccata solo al 5% degli uomini. La questione in Ciad come in Bangladesh, riguarda prevalentemente le bambine. << È una questione di disuguaglianza di genere – sottolinea il dossier Unicef sul tema – e riflette norme sociali che perpetuano la discriminazione contro le ragazze>>.
Sono paletti fissati a Occidente certo, che non tengono conto delle usanze locali, dell’antropologia, della necessità. Ma ruotano attorno alla tutela dei bambini, sulla quale tutti i Paesi Onu hanno concordato alla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989. Se ci fossero dubbi, basterebbe un dato: i matrimoni precoci sono più diffusi tra i poveri che tra i ricchi. In India l’età media del primo sposalizio è di 19,7 anni tra le ragazze benestanti; scende al 15,4 nei quartieri depressi.
Non è solo tradizione, allora: è mancanza d’alternative. Tra i profughi siriani impantanati in Libano una  sposa bambina diventa una risorsa quando i risparmi sono finiti e le possibilità di lavoro sono pari a zero: serve a garantirsi l’affitto di un campo o a ripianare il debito col proprietario. Con quali conseguenze? <<Alle ragazze – continua il rapporto Unicef – non viene solo negata l’infanzia. Sono spesso socialmente isolate, tagliate fuori dalla famiglia e dagli amici; con opportunità limitate di istruzione e impiego>>. Una generazione in balìa di mariti adulti che non s’aspettano di dover provvedere alla loro crescita. In Malawi i due terzi delle donne non sono andate a scuola e sono state sposate minorenni. Spesso diventano madri bambine e hanno precocemente tanti figli a cui badare. In Nepal, un terzo delle donne tra i 20 e i 24 anni andate in moglie prima dei 15 anni hanno partorito tre o più volte; in confronto all’1% delle loro coetanee sposate maggiorenni. Senza contare le implicazioni sanitarie di gravidanze adolescenti.
Lentamente, si registra qualche progresso. Negli anni Ottanta era una giovane donna su 3, oggi una su 4. In Africa e in Asia soprattutto. Ma anche in Italia.
 
Alessandra Coppola, in La lettura, domenica 30 giugno 2016
                                                                                             


15 commenti:

Unknown ha detto...

(Alessia D.Z.3E)
Incontrare Amani è stato stupendo. Sentire il racconto di una storia del genere dalla protagonista è emozionante, è come viaggiare; vedere un luogo in una cartolina è "carino" ma trovarsi lì è meraviglioso.
Ciò che ha fatto Amani è INIMMAGINABILE!
Lei, una DONNA, si è ribellata in un paese dove la donna non è nulla, anzi è HARAM ( peccato), come cita nel suo libro.E' stata picchiata e ha persino tentato il suicidio, ma alla fine ha vinto e questo le fa onore.
Spero che altre ragazze come lei seguano il suo esempio di ribellione per la libertà.
Propongo quest'incontro anche alle classi future perchè possano riflettere su ciò che accade a ragazzi e ragazze della nostra e della loro età in altri paesi e perchè possano togliersi dalla testa quell'ideale insulso che dice che la donna deve essere comandata dall'uomo.

Sara Fasolo ha detto...

(Sara F. 3E)
L'incontro con Amani è stato veramente bellissimo, anzi direi ispirante. Lei è una ragazza straordinaria e quello che ha fatto quando era in Siria e stato veramente coraggioso. Non è facile ribellarsi contro uomini molto più grandi e forti di te, che ti impediscono di fare ciò che vuoi. Infatti di persone come lei ne servirebbero al mondo, e spero che altre ragazze che magari ora si trovano nella sua situazione seguano il suo esempio di libertà. Il suo libro, "Siria Mon Amour" secondo me meriterebbe molta più fama di quella che ha adesso, perché racconta una storia di coraggio, determinazione e buona volontà da cui tutti dovrebbero prendere esempio. Propongo questo incontro anche alle classi che verranno perché è veramente un'esperienza da non perdere.

Unknown ha detto...

Bianca Vaiente_3^E
L'incontro con Amani mi ha veramente impressionata, perché è molto diverso leggerle certe cose, dal sentirsele raccontare da chi ha vissuto in prima persona queste esperienze. Esperienze terribili, e per noi ragazze occidentali, assolutamente inconcepibili. L'ho ammirata moltissimo per l'impresa che ha compiuto (perché credo che definire ciò che ha compiuto con un qualsiasi altro termine, sarebbe sminuente) e per la sua forza morale che ha fatto si che riuscisse a perdonare la sua famiglia (che l'aveva tradita, comportandosi terribilmente nei suoi confronti) e ad avere il coraggio di venire anche a scuola nostra a parlarci, sebbene immagino quanto sia difficile per lei raccontarci di avvenimenti tanto dolorosi. Ho veramente apprezzato la sua disponibilità, nel rispondere a tutte le nostre domande, anche alle più personali.
è stata un esperienza toccante e spero che non saremo gli ultimi nella nostra scuola, ad avere la fortuna di incontrare una così bella persona, che può essere un esempio non solo per le ragazze che si trovano nella sua stessa situazione; ma anche per la nostra società occidentale, apparentemente priva di distinzioni di genere, ma soprattutto per gli uomini perché, c'è poco da fare, purtroppo sono ancora loro a detenere la maggior parte del potere nella società.
Spero che tutti abbiano compreso le parole di Amani, perché la miglior arma contro la mentalità chiusa di certa gente, che sottopone la donna all'uomo (come ci ha detto lei, rispondendo ad una delle nostre domande), è quello di conoscere tutte queste situazioni, affinché il mondo, anche grazie a noi posso cambiare. Per concludere volevo riportare una frase del suo libro che mi è piaciuta moltissimo "e a lei insegnerò che nella rassegnazione sta la sconfitta, non nel dolore della ribellione"

Marta Veronese ha detto...

Veronese Marta 3^C
L'incontro con Amani è stato molto interessante, coinvolgente, strabiliante e mi ha fatto capire a pieno quello che ha provato, nonostante avessi letto il libro. Amani ci ha spiegato che non tutte le donne hanno dei diritti e che bisogna combattere questa discriminazione, nonostante possano metterti i bastoni tra le ruote.

Unknown ha detto...

Marianna Maggiore 3^C
Non credo si possa disprezzare Amani El Nasif per la sua ribellione. E' prova di grande coraggio esprimere le proprie opinioni, soprattutto in una comunità dalla mentalità chiusa e dalle idee totalmente discordanti dalle proprie. Personalmente invidio la forza di Amani nell'affrontare le ingiustizie della vita. Ha compreso che se si fosse lasciata domare dai familiari avrebbe sofferto più di quanto avesse patito cercando di fuggire e questo è segno di grande maturità.
Ho adorato "Siria mon amour" come pochi altri libri, l'ho trovato incredibilmente coinvolgente e sono convinta che non ci sia metodo migliore per far conoscere la sorte delle spose bambine ai giovani e agli adulti. Amani è una ragazza formidabile che merita di essere ascoltata e sostenuta, perchè se l'ignoranza continuerà a popolare la mente della maggior parte delle persone, nessuno riuscirà a sentire la "voce" del popolo. Fino a quando il silenzio regnerà le donne continueranno ad essere sottomesse per via degli ideali sbagliati delle comunità dalla mentalità limitata. Solamente grazie al coraggio di esprimerci riusciremo a portare alla luce questa questione e risolverla una volta per tutte, lo stesso coraggio che ha dimostrato Amani lottando per la sua libertà.

Anonimo ha detto...

Akil Mustapha 3^C
L'incontro con Amani e stato qualcosa di indimenticabile.Questa ragazza e stata molto coraggiosa perchè si e opposta a un matrimonio combinato,oltre che essere stata picchiata e derisa e imbrogliata.la sua storia e qualcosa di commovente e stimolante e ci insegna che dobbiamo avere coraggio e combattere la discriminazione contro le donne,insomma e un persona fantastica e con il suo libro ci ha trasmesso un'importante lezione di vita.

Lucia Buson ha detto...

( Lucia B. 3^ E)
L'incontro con Amani mi è piaciuto moltissimo e ho capito di quanto sono e siamo fortunati a essere nati in un paese con delle leggi giuste e corrette con qualsiasi essere umano. E anche se sei maschio o femmina, oppure se sei di colore o sei bianco non importa, hai gli stessi diritti. Sapere che Amani abbia subito certe ingiustizie mi fa rizzare i capelli.
Quando leggevamo il libro, a volte mi sembrava di leggere un romanzo non una biografia di una ragazza ancora in vita.
Allora ringrazio Amani per essere venuta e averci raccontato di persona delle cose che nel libro non c'erano scritte.

Anonimo ha detto...

Sara Stefani 3^C
Penso che incontrare Amani sia stata una delle esperienze più fantastiche che io abbia mai vissuto. È una ragazza veramente meravigliosa e sopratutto molto coraggiosa  perché non è facile raccontare a ragazzi come noi la sua storia, quello che ha provato e subito. Come non è facile ribellarsi a una mentalità come quella che c'è in Siria, una mentalità maschilista e sfruttatrice. Il suo libro è veramente eccezionale e ci spiega molto bene  la sua storia e di come, grazie al suo forte spirito di ribellione sia riuscita a ottenere la sua libertà.
Spero che grazie al suo esempio altre ragazze magari che si trovano nella sua situazione abbiano la sua stessa determinazione e forza.
Consiglio vivamente a tutti di leggere il suo libro perché è un esempio di vita veramente importante e penso che per prevenire questa situazioni la cosa meglio sia conoscerle.

Davide Gaspari 3^C ha detto...

Penso che l' incontro con Amani El Nasif sia stato unico nel suo genere. E' stata un'esperienza non da tutti i giorni, trovarsi fianco a fianco con all' autrice del libro. Vedendolo così il libro "Siria Mon Amour" può sembrare un libro come tanti. Al suo interno, però, racconta una storia che ha qualcosa di incredibile. Amani, una giovane ragazza che si ribella alla violenza, alla discriminazione delle donne, a un matrimonio impostole, alla Siria. Il coraggio e la forza di Amani deve essere un esempio per tutti. E' stata un' esperienza che non dimenticherò e che consiglio a ognuno di noi.

Unknown ha detto...

(Martina V. ;classe 3^C)
Penso che l'incontro con Amani El Nasif sia stato molto interessante, coinvolgente, ma soprattutto ECCEZIONALE, come il suo libro "Siria mon amour" che appunto racconta le condizioni di vita e le brutte situazioni , che Amani ha passato in Siria. Lo propongo anche alle classi future, perchè è un esempio che, ovviamente, va preso in considerazione e che insegna ai ragazzini d'oggi che la violenza non risolve nulla, anzi provoca delle ferite che moralmente sono indelebili.

Unknown ha detto...

(Chiara Z 3E)
Assistere all'incontro con Amani El Nasif mi è piaciuto molto perchè incontrare dal vivo una persona che ha vissuto sulla sua pelle una grande ingiustizzia, la discriminazione femminile, è molto toccante.
Lei ha visto la sua famiglia tradirla e costringerla a sposare un uomo di cui non era innamorata e nonostante questo è riuscita a ribellarsi, avere la forza di ricominciare la sua vita e raccontare la sua storia a tutto il mondo nel libro "Siria mon amour".
Secondo me Amani è l'esempio di quanto le donne possano essere forti e determinate per conquistare la libertà che gli spetta.

Anonimo ha detto...

(Anna B. 3^C)
La libertà è una sensazione astratta, una cosa che non si sa di avere finchè non si perde.
Amani El Nasif ha perso la sua libertà, ma nonostante questo non ha mai smesso di ribellarsi, si è battuta per un diritto che dovrebbero avere tutti. Per me è stata molto d'esempio e mi ha fatto aprire gli occhi sulla situazione in cui vivono molte donne. E' grazie alla sua testimonianza che mi sono accorta che la libertà è un valore per cui lottare, per noi e per gli altri.

Unknown ha detto...

seconda me l'incontra di Amani El Nasif è stato molto interessante,lei ha raccontato la sua storia e passato,la sua esperienza è stata molto lamento . Suo padre ha portato lei a siria in forza e subito,suo zio ha aiutato Amani per scapare la Siria .
Seconda me Amani è un esempio delle donne.

Nicol Ghirca ha detto...

(Ghirca Nicol - Classe 3*C)
Incontrare Amani è stata una delle esperienze più forti che io abbia mai vissuto. È stata molto coraggiosa nel raccontare la sua storia, così tanto da far capire a tutti come si sentono davvero le donne maltrattate. Spero che anche altre ragazze prendano esempio da lei e abbiano la forza di ribellarsi alle violenze e allo sfruttamento, per vivere in un mondo migliore dove tutti si rispettano a vicenda. Ho capito che la libertà delle mie azioni dipende dalla libertà che abbiamo nel nostro Paese e dall’apertura culturale presente nelle nostre menti. Mi sento emotivamente coinvolta e pronta a sostenere lo spirito e il messaggio di speranza e amore che Amani ci ha voluto trasferire. Propongo questo incontro anche agli altri perchè è davvero emozionante conoscere una persona che ha lottato per i valori delle donne, oltre che per la sua libertà!

Anonimo ha detto...

(Beatrice Bogotto - Classe 3^E)
Amani El Nasif grazie alla sua ribellione ha saputo uscire da quella situazione e diventare la donna che è ora. Una donna forte che le ha passate tutte e che ha avuto il coraggio di parlare e di scrivere un libro. Anche se ero già a conoscenza dei matrimoni combinati, la sua storia mi ha colpito molto perchè lei non ha ascoltato gli altri e si è fatta condizionare, ma è andata per la sua strada anche se sapeva che tutto ciò che andava incontro era "Harām", cioè peccato. Oltre a lei, nel Mondo, ci sono milioni di ragazze e di donne che vogliono fuggire da quella situazione oppure vogliono parlare, ma se lo fanno il loro marito o la loro famiglia le picchiano. Sono molte poche, che come Amani El Nasif, riescono a scappare e diventare di nuovo libere, perciò quelle che sono riuscite faticosamente a farcela devono ritenersi molto fortunate.